5G, ecco cosa succede agli Insetti più resistenti, immaginate agli Uomini - Italiador
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5G, ecco cosa succede agli Insetti più resistenti, immaginate agli Uomini

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Nuovo Saline Onlus, associazione culturale tecnico-scientifica con sede a Montesilvano (Pescara), tra la fine del 2019 e l’inizio del 2020 ha condotto un esperimento in laboratorio sugli insetti, irradiati alle frequenze del 5G. Il Dr. Gianluca Milillo Presidente dell’associazione risponde all’intervistatore dando poco adito ad interpretazioni, il 5G é pericoloso per gli insetti più resistenti, immaginiamo per agli umani.
Ecco l’intervista:
“D: Una nuova ricerca del Nuovo Salire Onlus riguarda proprio l’interazione fra gli insetti e le onde elettromagnetiche allora spieghiamo un po’ in una situazione immersiva, noi siamo tra tantissime tipologie di onde elettromagnetiche cellulari dalle frequenze televisioni satellite come si comportano gli insetti con questa sovraesposizione?

R: È un tipo di ricerca molto complessa proprio perché sia la tipologia di inquinanti sotto forma di onde elettromagnetiche sia l’intero universo entomologico quindi quello degli insetti a una vastità immensa quindi di conseguenza il primo tratto della ricerca è stato quello dell’isolare determinati tipi di frequenze che erano poi quelle riconducibili al discorso del 5G e scegliere una tipologia di insetto che fosse rappresentativa su una scala più ampia possibile, così abbiamo scelto una specie appartenente alla famiglia dei blattoidi in quanto sono in natura tra gli insetti più resistenti, resistono le radiazioni resistono all’inquinamento chimico e a molte contaminazioni microbiologiche quindi possiamo dire in un modo abbastanza semplicistico che sono tra gli insetti più resistenti in natura. Fare una sperimentazione quindi sugli effetti su questa tipologia di insetti era una sorta di indicatore biologico per capire come si sarebbero ripercosse in modo amplificato sulle altre specie di insetti, quindi…

D: cosa avete scoperto come reagiscono le blatte insomma scarafaggi senza disprezzare questa specie però molto comune e sono resistenti ai pesticidi spesso le trovate tutte le parti hanno la loro importanza ovviamente in un ecosistema che come quello urbano ma cosa accade con potentissimo onde elettromagnetiche dei cellulari di nuova generazione?

R: Abbiamo immerso questi esemplari e all’interno di queste onde, con una frequenza appropriata e gestite all’interno comunque di quello spettro di radiofrequenza che comunque proprio quello del di questo tipo di nuova tecnologia, la cosa che abbiamo notato nell’immediato è stato un cambiamento comportamentale, contrario all’etologia di questa specie, faccio un esempio sono animali luci fughi c’è praticamente scappano dalla luce ed è una forma di difesa che comunque si è elaborata in anni di evoluzione, nell’istante in cui vengono immersi all’interno di queste onde automaticamente perdono questa abitudine per una forma di innervosìmento diciamo è praticamente abbandonano questo tipo di abitudine, cosa che comunque li espone ai predatori o al tempo stesso a migrare quindi
espandere la loro presenza in altre aree andando poi alterare quella che la catena trofica del dell’intero contesto entomologico. Hanno smesso di riprodursi, hanno smesso praticamente di compiere determinate funzioni biologiche comuni come potrebbe essere quella dell’alimentazione e questo vuol dire che se su un insetto del genere riusciamo a interrompere fenomeni come riproduzione alimentazione vuol dire che creiamo un’interruzione nella catena ecologica, nell’istante in cui li creiamo un interruzione della catena ecologica le ripercussioni vanno parallelamente a
ripercuotersi sull’intero scibile biologico.

D: quindi immagino cosa può accadere popolazione umana sovraesposta dalle onde del 5G

R: L’aspetto più inquietante interessante è proprio questo c’è abbiamo scelto una categoria di insetti per la sperimentazione che sono blattoidi quindi di conseguenza una delle più resistenti in natura abbiamo utilizzato un antenna di pochi centimetri e una carica elettrica molto molto ridotta, se riesce un’antenna di queste dimensioni a generare questi cambiamenti comportamentali così drastici in una specie così resistente, un’antenna di 30 metri e una potenza di watt molto superiore non possiamo sapere che cosa può generare ma sicuramente sarebbe esponenziale in termini negativi molto in maniera praticamente molto determinante su quello che possono essere le funzioni biologiche anche di altre categorie animali.”

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