Auditel è una parola che sentiamo spesso, quando in TV vanno in onda programmi molto popolari, grandi eventi sportivi o show molto attesi e di cui tutti parlano. Insieme al termine auditel, sentiamo anche la parola “share”, ovvero la quota parte di spettatori.
Ma come vengono raccolti questi dati? Come si fa a sapere quante persone hanno visto un determinato programma? A fare questa rilevazione è la società milanese Auditel.
Auditel rileva i dati di quante persone hanno visto un determinato programma e misura 380 emittenti televisive, raggiunte non solo attraverso la TV tradizionale ma anche in streaming, su dispositivi mobili e on demand.
La determinazione degli ascolti viene effettuata tramite il cosiddetto SuperPanel, formato da 16.100 famiglie in possesso del “Meter”, un’apparecchiatura elettronica che consente di monitorare, 24 ore su 24, cosa guardano in TV (smart tv, tablet, pc, console).
Solo chi ha aderito al monitoraggio e ha il “Meter” a casa, contribuisce alla raccolta dei dati che vengono poi elaborati con dei MODELLI STATISTICI, in modo da stilare delle STIME sui comportamenti degli italiani davanti alla TV.
I dati del monitoraggio vengono raccolti, ponderati e prodotti da Auditel attraverso una complessa architettura tecnologica per essere resi pubblici ogni giorno poco prima delle 10 di mattina.
Dopo averli elaborati, una serie di software house attive sul mercato fornisce ai clienti analisi sofisticate dell’ascolto TV.
Auditel, infatti, produce una massa di informazioni molto dettagliate sui telespettatori (quali sesso, età, collocazione geografica, classe socio-economica, livello di scolarità) e sulla performance dei programmi (dalla share ai minuti visti, dai picchi alle cadute) che sono preziose sia per chi si occupa di contenuti sia per chi si occupa di pubblicità.
I dati Auditel hanno un valore sia editoriale che commerciale: da una parte c’è il prestigio del programma per aver raggiunto il maggior numero di persone, dall’altro Auditel produce ogni giorno informazioni per regolare i rapporti commerciali tra chi fa televisione e chi acquista spazi pubblicitari.
Naturalmente fatta la legge trovato l’inganno. Conoscere infatti l’elenco, con i riferimenti delle singole famiglie, significherebbe mettere alcune emittenti nelle condizioni di poter “comprare favori” e manipolare così i dati a proprio favore per acquisire più pubblicità e quindi più denaro.
Questo é esattamente quello che accadde diversi anni fa quando il SuperPanel era formato da un numero di famiglie inferiore rispetto ad oggi ed usci pubblicamente l’elenco “super segreto” di chi possedesse in casa lo strumento Auditel.
Insomma siamo alle solite, il taroccamento dei dati é sempre possibile, come stiamo purtroppo riscontrando ancora oggi in altro settore.