AGI – I controlli in aeroporto per i passeggeri provenienti dalla Cina, i tamponi per sequenziare il virus ed eventuali nuove varianti immunoevasive: un ritorno al passato che scuote l’Italia e l’Europa che, mentalmente, erano uscite mesi fa dell’incubo Covid-19. Ma quanto dobbiamo preoccuparci oggi? L’AGI l’ha chiesto a Massimo Clementi, ex direttore del Laboratorio di Microbiologia e virologia del San Raffaele.
“E’ difficile dirlo o fare previsioni, perché le informazioni che arrivano dalla Cina sono frammentarie e, inoltre, non arriva alcuna indicazione dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Forse sono troppo polemico, ma insieme ai cinesi sono loro i responsabili di questa situazione di allarme”.
Il suo è un attacco diretto all’Oms?
“L’ho detto che sarei stato polemico. Hanno fallito sul controllo della Cina prima dell’inizio della pandemia, durante e ora. Non è arrivata nessuna informazione e neanche nessuna spiegazione dai cinesi. E ora in questa fase in cui sono state prese queste decisioni, c’è stato una sorta di buco enorme. E’ l’organo deputato a questo scopo e sono loro che devono controllare e relazionare su ciò che accade. Non lo stanno facendo”.
Quale è il rischio oggi è quante probabilità ci sono che proprio in Cina si sviluppi una nuova e pericolosa variante del Covid?
“Non possiamo rispondere con certezza. Sappiamo che in Cina l’epidemia è ripresa in maniera molto forte e che, a causa di vaccini di prima generazione poco efficaci sulle infezioni e di un’immunità naturale della popolazione totalmente assente, il virus cammina moltissimo. Quindi varianti potrebbero svilupparsi. Detto questo dire oggi che arriverà una variante piu’ ‘cattivà o ‘pericolosà è una ‘favolettà, perchè niente ci indica che questa cosa potrebbe accadere. Non è detto che il virus deroghi da questa mutazione Omicron. Questo va spiegato bene”.
Quando si parla di varianti più ‘cattive’ cosa si intende?
“Mettiamola così: non credo che si svilupperanno varianti più patogeniche, ma potrebbero arrivarne alcune più diffusive. Questo potrebbe essere un problema superabile, visto che in Italia, grazie a vaccini e immunità naturale, la stragrande maggioranza è ben coperta dagli esiti gravi. Inoltre, con Omicron la sintomatologia è spesso nelle vie aeree superiori e, anche in Cina, i decessi – secondo ciò che arriva – sono in persone molto fragili”.
Seguendo questo ragionamento, sembrerebbe quasi che le misure attuate siano troppo. Ha fatto bene il ministro della Salute Schillaci ha emettere l’ordinanza per i tamponi alle persone provenienti dalla Cina?
“Condivido l’impostazione di Schillaci. Avendo pochissime informazioni dai cinesi e nel silenzio dell’Oms ha fatto benissimo ad essere cauto. Ieri Bertolaso ha detto che il 50% di chi arriva dalla Cina è infetto, ma non doveva essere lui a dirlo. è l’Organizzazione Mondiale della Sanità a dover parlare in questi casi. Ora, grazie a questa ordinanza, faremo il lavoro che dovevano fare altri: isolando e tipizzando il virus capiremo se è Omicron, quale sottovariante è, e se c’è da preoccuparsi o no”.
La Cina perché, dopo tre anni di ‘Covid Zero’, ha scelto l’infezione di massa?
“E’ una scelta schizofrenica e scientificamente poco comprensibile. C’entrano probabilmente politica ed economia. La popolazione cinese è stata immunizzata poco e male e le chiusure hanno impedito l’immunità naturale della popolazione. Oggi per loro è dura. Tra l’altro noi sappiamo che i quattro Coronavirus umani, precedenti al Covid, davano un’immunità di relativamente breve durata dalla reinfezione. Quindi ci si può reinfettare più volte nella propria vita ma, generalmente, le reinfezioni sono più lievi. In una popolazione tenuta completamente vergine questo non avviene”.
AGI – di Edoardo Izzo – 29 Dicembre 2022