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I Comunisti, i soliti ipocriti

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L’Italia é sempre stata in mano ai comunisti, anche quando c’era la Democrazia Cristiana al governo, alle loro spalle c’era la “mafia” comunista. La tessera di partito era ed é obbligatoria se vuoi fare cinema, teatro, tv, impresa, perché loro sono i “tenutari della cultura e delle verità”, almeno così pensano.

I coministi italiani hanno sempre approfittato della povera gente, dei lavoratori che per decenni, storditi dai collettivi, dagli scioperi e dalle manifestazioni hanno creduto e sostenuto le tematica del proletariato, non comprendendo che sono sempre state vittime sfruttabili.

I dirigenti comunisti in Italia, sono capitalisti della peggior specie, hanno sempre pensato ad accumulare denaro e proprietà. Essi sono una contraddizione naturale e sono tra i più antidemocratici nell’ambito parlamentare e sociale, pronti a negare anche le evidenze in nome della benvenuta corruzione e smania di potere.

I comunisti, timorosi e spaventati di un possibile ritorno del buon fascimo, quello operoso, si sono premurati di mettere fuori legge qualsiasi iniziativa abbia a che fare con il Fascimo, come se solo i comunisti possano essere virtuosi.

Sono stati bravi a sviluppare il marketing negativo, associando qualsiasi evento brutto, all’ideologia fascista. È una tecnica ben collaudata ed ormai generalmente diffusa ed accettata. L’opinione pubblica ha preferito dimenticare le cose buone fatte da Mussolini, accettando però di farsi massacrare per decenni, con la logica comunista, tanto amata dagli anni ’60 e ’70 del: “volemose bene, magnamo, bevemo e scopamo”. Val. In.

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