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Luigino Di Maio esce dalla porta, rientra dalla finestra.

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L’ex pentastellato Di Maio godrà anche dello status di diplomatico, con passaporto e immunità

Tredicimila euro al mese, netti, più benefit per lo staff e rimborso spese, con la possibilità di salire oltre i 16.000 in caso di trasferimento all’estero. A Luigi Di Maio, prossimo alla nomina – ormai ufficiale – di rappresentante Ue per il gas nel Golfo Persico, dovrebbe andare uno stipendio d’oro. L’ex pentastellato godrà anche dello status di diplomatico, con passaporto e immunità. Il tutto per 21 mesi, dal prossimo primo giugno fino al 28 febbraio 2025.

Cosa farà
Di Maio dovrà lavorare nella gestione degli approvvigionamenti di gas e petrolio che provengono dalla regione, oltre ad interessarsi – ad esempio – dei rapporti con l’Iran in tumulto. L’incarico viene dall’Alto Rappresentante per la politica estera della Ue Josep Borrell che lo ha voluto fortissimamente anche contro la volontà del governo italiano, che saputa la nomina ha subito fatto le sue rimostranze. Comunque, se Borrell è il ministro degli Esteri della Ue, Di Maio a questo punto potrebbe essere equiparato a una sorta di sottosegretario con delega per una particolare area.

 Lo stipendio
Dalla risposta ad una precedente interrogazione «si desume che la retribuzione per tale ruolo potrebbe corrispondere a quella di un AD14-15». Lo ha spiegato il presidente di Id ed eurodeputato della Lega Marco Zanni nell’interrogazione da lui presentata alla Commissione Ue riguardo alla nomina di Luigi Di Maio. Consultando il tabellario Ue tale posizione, ha sottolineato Zanni, risulta essere retribuita con minimo 13.000 euro al mese, e con la possibilità di salire oltre i 16.000 in caso di trasferimento all’estero. «Luigi Di Maio durante il suo mandato come titolare della Farnesina ha creato in maniera ripetuta incidenti diplomatici con alcuni Paesi parte del Golfo Persico», ha accusato Zanni che si chiede come l’ex ministro possa «svolgere un ruolo cruciale di mediazione e diplomazia in una zona instabile e dai fragili equilibri geopolitici».

La concorrenza sbaragliata
Per il ruolo, Di Maio ha superato la concorrenza di altri tre candidati: il cipriota Markos Kyprianou (ex ministro degli Esteri, specializzato in diritto internazionale a Cambridge e in diritto societario ad Harvard), lo slovacco Jan Kubis (ex inviato Onu in Libia ed ex rappresentante del segretario generale delle Nazioni Unite in Afghanistan prima e in Libia poi) e il greco Dimitris Avramopoulos (ex ministro ed ex commissario europeo). Pare che ad assicurargli il ruolo sia stato il rapporto che Di Maio, nel suo periodo alla Farnesina, è riuscito ad instaurare con Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza, Josep Borrell. Sarà lui ad avere l’ultima parola dopo l’indicazione del panel tecnico.

Le polemiche
Ma intanto, sulla sua nomina, infuria la polemica e la platea degli indignati, che già ieri contava Lega e FdI, si allarga ancora. «La nomina di Luigi Di Maio a inviato speciale dell’Ue per il Golfo “è una libera scelta dell’Alto Rappresentante” Josep Borrell. “E’ una candidatura che è stata fatta da Di Maio quando era ministro degli Esteri” in un governo precedente, quindi “non è il candidato del governo”, ha ribadito anche questa mattina il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio Affari Esteri a Lussemburgo. “Di Maio ha presentato la candidatura quando era ancora ministro degli Esteri, non ha nulla a che vede con questo governo. Sono scelte che non ci riguardano», conclude.

Fonte: IlMessaggero –  25 Aprile 2023

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