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5 cose di Olivetti che tutti dovrebbero sapere

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Quando Olivetti ha realizzato il primo personal computer non c’ero, quando Olivetti aveva 75.000 dipendenti non c’ero, quando Olivetti era un colosso mondiale non c’ero.

Eppure mi sento in dovere di raccontarvi qualcosa di questa azienda che ha creato prodotti unici e influenzato il modo in cui utilizziamo la tecnologia oggi.

Il termine utopia è la maniera più comoda per liquidare quello che non si ha voglia, capacità, o coraggio di fare. Un sogno sembra un sogno fino a quando non si comincia da qualche parte, solo allora diventa un proposito, cioè qualcosa di infinitamente più grande. — Adriano Olivetti

Olivetti è stata fondata a Ivrea il 29 ottobre 1908

1. Olivetti reinventa il negozio

Recentemente sono stato in un posto particolare a Venezia: si trova in piazza san Marco, è un negozio progettato dall’architetto Carlo Scarpa per Olivetti.

Il negozio Olivetti viene commissionato nel 1957 da Adriano Olivetti ed è inaugurato nell’anno seguente. Esso non deve essere un vero spazio di vendita per le macchine da scrivere dell’azienda, ma uno showroom, un “biglietto da visita” che incarni la filosofia di ricerca e produzione unica di Olivetti.

 

E così Olivetti ha inventato l’Apple store, 50 anni prima di Apple.

Il negozio Olivetti a New York

Un concetto che a molti può risuonare familiare: trasformare il negozio in un luogo di incontro, un posto in grado di trasmettere i valori dell’azienda, inserire i prodotti in un contesto unico e non in grigi scaffali.

Non è certo se Steve Jobs abbia visto le foto di uno dei negozi Olivetti a New York o Venezia e si sia ispirato a questi per i suoi Apple Store.

Di certo Adriano Olivetti e Jobs erano due persone per certi versi simili: due leader nel mondo industriale, due persone che hanno saputo risollevare e rendere globali le proprie aziende e due amanti della perfezione e del desing.

Dunque sì, fatevi un giro al Negozio Olivetti di Venezia e scoprirete come Olivetti abbia inventato l’Apple Store prima di Apple.

2. Computer da scrivania, lo vende Olivetti
Lei, la P101, soprannominata anche Perottina

Ebbene sì, siamo nel 1965 alla Fiera di New York, Olivetti sta lanciando la Lagos 27, una calcolatrice elettronica.

Nel gigantesco stand allestito per il lancio di questa trova anche spazio una nuova invenzione, realizzata da un team di ingegneri guidato da Pier Giorgio Perotti. Lei è la Programma 101, il primo vero personal computer nella storia.

Esattamente come nei personal computer di oggi era possibile lanciare programmi, effettuare calcoli e vi furono sviluppati persino dei giochi. Una vera rivoluzione per l’epoca, icomputer fino ai primi anni ’60 avevano infatti le dimensioni di armadi e potevano occupare più stanze, dovevano essere gestiti da tecnici esperti e solitamente il risultato dell’elaborazione (l’output) era visualizzato su una telescrivente o su nastri di carta perforata.

Tutto ciò veniva abbattuto dalla P101: ognuno era libero di comprarsi un computer ed utilizzarlo privatamente, in altre parole il personal computer.

Fu un successo, ne furono venduti 44.000 esemplari, fu usata dalla Nasa per mandare gli astronauti sulla luna nella missione Apollo, venduta in tutto il mondo.

Olivetti ha inventato il primo personal computer: esattamente quella macchina che anche voi utilizzate ogni giorno, ed era italiana, fantastico! 🇮🇹

3. Olivetti era una delle più grandi e innovative aziende al mondo

All’apice del suo apice Olivetti contava più di 75.000 dipendenti, esattamente quanti oggi ne ha Apple. Aveva stabilimenti in Germania, Brasile, USA, progettati anch’essi da illustri architetti e designer, proprio come il negozio di Venezia.

Adriano Olivetti crea un’idea di fabbrica nuova, completamente diversa dalla chiusa e austera Fiat.

Anche all’interno della fabbrica l’ambiente era diverso: durante le pause i dipendenti potevano servirsi delle biblioteche, ascoltare concerti, seguire dibattiti, e non c’era una divisione netta tra ingegneri e operai, in modo che conoscenze e competenze fossero alla portata di tutti. L’azienda accoglieva anche artisti, scrittori, disegnatori e poeti, poiché l’imprenditore Adriano Olivetti riteneva che la fabbrica non avesse bisogno solo di tecnici ma anche di persone in grado di arricchire il lavoro con creatività e sensibilità.

Olivetti è stata innovazione, tecnologia e arti liberali che si fondono per creare prodotti che abbiano l’uomo al centro e non il profitto o il semplice progresso tecnologico.

4. La Silicon Valley

Nel 1979 viene fondato a Cupertino, in Silicon Valley, l’Olivetti Advanced Technology Center, esattamente a due isolati dalla sede della Apple.

Per innovare bisogna trovarsi dove l’innovazione viene prodotta, e così visto il perenne ritardo tecnologico italiano Olivetti andò a costruirsi un centro tutto suo in Silicon Valley, magico no?

5. Un finale triste

Un tale Vittorio Valletta, all’epoca amministratore delegato di FIAT, subentrò in Olivetti alla morte di Adriano Olivetti. Durante l’assemblea di entrata di Fiat nel capitale di Olivetti disse:

« La società di Ivrea è strutturalmente solida, potrà superare senza grosse difficoltà il momento critico. Sul suo futuro pende però una minaccia, un neo da estirpare: l’essersi inserita nel settore elettronico, per il quale occorrono investimenti che nessuna azienda italiana può affrontare »

La minaccia da estirpare, così definita da Valletta, fu la condanna di Olivetti: l’essersi lanciata troppo timidamente nel nascente mercato dell’elettronica di consumo.

Quei 75.000 dipendenti oggi sono poco meno di 500.

Ed è vero che ci possono essere altre mille motivazioni, ma tutto è nato qua.

Credo che da tutto ciò, aldilà della legittima delusione nell’apprendere come sono andati i fatti, si possa apprendere qualcosa di prezioso: in nessun caso la resistenza al cambiamento e all’innovazione ha fatto bene ad un’azienda.

Aziende che non hanno voglia di cambiare sono aziende che prima o poi verranno superate e declassate da altre realtà, in un paese tradizionale come l’Italia questo rischia di trasformarsi nella causa di morte di tante imprese.

Non vi sto a raccontare la storia odierna di Olivetti poiché al solo sentirla mi arrabbio (sì, proprio così ), spero solo che ci serva da lezione, cara Italia!

Fonte: Davide Giordano – 16 Settembre 2017

 

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