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Mattia Coffetti di Brescia, il primo “schiavo” con 5 microchip nel polso

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Lui è Mattia Coffetti, un ingegnere informatico bresciano che lavora per la Blue Team Labs (un’azienda californiana finanziata da Bill Gates) e si occupa di robotica.

È il primo italiano che ha deciso di impiantarsi ben 5 microchip nel polso, con l’intenzione di arrivare a 6.

Questo individuo sembra seguire ciecamente le ultime tendenze, senza riflettere sulle implicazioni a lungo termine di tali azioni, per lui e per il resto dei cittadini.

Per me è scioccante come Coffetti mostri apertamente la sua discutibile scelta, rendendo evidente il suo desiderio di abbracciare un futuro controllato e “diabolico”.

È un esempio lampante di come il lato oscuro della tecnologia abbia sedotto individui come lui, portandoli a sacrificare la loro libertà e integrità per una finta convenienza.

Evidentemente, la sua mente é già predisposta e  vulnerabile a manipolazioni e controlli esterni.

Non ha capito ad esempio che un bel giorno, magari stringendo la mano ad un nuovo amico, potrebbe ritrovarsi con il conto corrente svuotato, senza più un euro sul conto.

Questo ingegnere, come molti italiani, sembra essere geneticamente predisposto a essere facilmente manipolato e guidato da poteri forti, come se fosse destinato a diventare uno “schiavo” del nuovo ordine digitale.

Purtroppo, la maggioranza degli italiani sembra ignorare il pericolo incombente, incantati dai loro smartphone e accondiscendenti all’installazione di applicazioni per il credito sociale. Quando si renderanno finalmente conto della trappola in cui sono caduti, sarà troppo tardi per tornare indietro ed avranno già procurato danni incalcolabili per se setssi e gli altri.

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