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Dunque, nell’industria dell’intrattenimento, quando non è “economico o sicuro usare le cose reali” si passa agli effetti speciali.
Il cinema è spettacolo, illusione, talvolta magia. E grazie agli effetti speciali, indicati spesso con l’acronimo SFX, ovvero special effect, l’illusione è quanto più simile possibile alla realtà.
La storia degli effetti speciali nel cinema parte dai primi esperimenti sui primi e rudimentali effetti visivi del regista francese Georges Méliès, per avviarsi in un lungo, incredibile viaggio. Le tappe sono molteplici. Dall’introduzione di nuove tecniche di ripresa come lo “stop motion” o “passo uno”, ovvero l’utilizzo di un quadro o frame per secondo.
È con questa tecnica che nasce, ad esempio, il film King Kong del 1933. Ma ce ne sono molte altre, come l’uso di “miniature”, ossia riproduzioni in scala ridotta di un ambiente o di un oggetto di grandi dimensioni. Leggendarie quelle usate nel 1966 in 2001 Odissea nello spazio.
La storia del cinema e degli effetti speciali che ne animano i video prosegue senza sosta negli anni Settanta con i complessi sistemi meccanici ed elettronici detti “animatroni” (animatronic). La loro caratteristica principale e innovativa? Il comando a distanza. Erano rivestiti di vari materiali e poi truccati da maestri quali, ad esempio, l’italiano Carlo Rambaldi e l’americano Rick Baker. Nascono così gli effetti speciali di Alien (1979), E.T. (1982) Robocop e Terminator. [Omissis…]
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