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La storia di Acca Larentia: le vittime della strage del 1978 e le commemorazioni della Destra

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Era il 7 gennaio del 1978 quando due giovani del Fronte della Gioventù, Franco Bigonzetti e Francesco Ciavatta, furono assassinati di fronte alla sede del Movimento Sociale. Negli scontri con le forze dell’ordine poche ore dopo venne ucciso Stefano Recchioni, un altro militante missino

Una sfilata di braccia tese e il saluto presente gridato all’unisono. La commemorazione della strage di Acca Larentia è ormai da anni uno degli appuntamenti più importanti per la destra italiana, che puntualmente si ritrova a ricordare le vittime dell’agguato per cui non è mai stata fatta giustizia.

L’agguato avvenne intorno alle 6 e venti. Un gruppo di militanti  stava uscendo dalla sede del Movimento Sociale quando venne travolto dai colpi di arma da fuoco. Bigonzetti, studente di medicina, venne ucciso sul colpo. Aveva venti anni. Ciavatta, 18enne, venne ferito mentre cercava di fuggire lungo la scalinata e morì in ambulanza durante il trasporto in ospedale.

L’agguato inizialmente fu rivendicato dai “Nuclei Armati per il Contropotere Territoriale” attraverso una cassetta audio lasciata in una pompa di benzina. “Un nucleo armato – questo il testo recitato da una voce contraffatta – dopo un’accurata opera di controinformazione e controllo alla fogna di via Acca Larentia, ha colpito i topi neri nell’esatto momento in cui questi stavano uscendo per compiere l’ennesima azione squadristica. Non si illudano i camerati, la lista è ancora lunga”.

Nel 1987 vennero identificati quali responsabili cinque militanti di Lotta Continua. Mario Scrocca, Fulvio Turrini, Cesare Cavallari e Francesco de Martiis che furono arrestati. Mentre Daniela Dolce fuggì in Nicaragua per evitare la cattura.

Accusati per il duplice omicidio, furono poi assolti in primo grado per insufficienza di prove. Una delle armi utilizzate nell’agguato era una mitraglietta Skorpion che venne ritrovata in un covo delle BR nel 1988. L’arma era stata utilizzata in altri tre omicidi commessi dalle Brigate Rosse: quello dell’economista Ezio Tarantelli nel 1985. Mel 1986 dell’ex sindaco di Firenze Lando Conti e del senatore Dc Roberto Ruffilli nel 1988.

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