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Arrestato generale dei carabinieri: “Corrotto con borse griffate e biglietti per lo stadio”

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Oreste Liporace, comandante provinciale di Padova tra il 2017 e il 2019, sarebbe stato corrotto con un falso contratto di affitto e regali dagli imprenditori Massimiliano e William Fabbro. Ai domiciliari anche l’imprenditore Ennio De Vellis “monopolista” dei traslochi delle forze dell’ordine e dei Servizi segreti

A Padova è stato comandante provinciale dal 2017 al 2019 dei carabinieri. Ora per lui sono arrivati grossi guai con la giustizia.

Un “falso contratto di affitto” da 22 mila euro, borse griffate e biglietti per andare allo stadio o a teatro: sarebbero questi i mezzi che i due imprenditori Massimiliano e William Fabbro avrebbe usato per corrompere il generale dei carabinieri Oreste Liporace, secondo il capo di accusa che ha portato all’arresto del militare fermato stamane dai carabinieri del Ros Negli stessi minuti gli uomini della guardia di finanza notificavano un provvedimento di arresti domiciliari anche all’imprenditore Ennio De Vellis, al centro di un vorticoso sistema che guiderebbe gli appalti pubblici nell’esecutivo.

L’arresto di Oreste Liporace e il sistema degli appalti del ministero
L’inchiesta partita da Milano arriva ad ipotizzare i reati di traffico di influenze illecite, emissione di fatture per operazioni inesistenti, corruzione e turbata libertà degli incanti.

Ma partiamo dai protagonisti: 
Oreste Liporace, già nominato comandante dei vigili urbani di Roma da Ignazio Marino, è stato il comandante dei carabinieri del secondo reggimento allievi, marescialli, brigadieri di Velletri, in provincia di Roma fino al 2021. Attualmente era direttore presso l’Istituto Alti Studi della Difesa. Ennio De Vellis è un imprenditore laziale alla guida di un gruppo di imprese del settore traslochi e trasporti con base a Frosinone. Secondo l’ordinanza del gip Domenico Santoro sarebbe diventato un monopolista dei traslochi del personale delle forze dell’ordine e dei Servizi segreti. Tuttavia nel procedimento penale risultano indagati in stato di libertà altri imprenditori, funzionari e dirigenti pubblici di amministrazioni centrali dello Stato, tra cui Lorenzo Quinzi, capo dipartimento per gli affari generali e la digitalizzazione del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.

L’inchiesta
L’inchiesta nasce da quella per corruzione che in passato a Milano aveva portato all’arresto di Massimo Hallecker, dipendente di Fiera Milano spa, scattata proprio dalla denuncia di quest’ultima società. Indagine dalla quale nel 2022 erano venute a galla le figure degli imprenditori Massimiliano e William Fabbro. Il loro nome non era nuovo: nel maggio 2022 patteggiarono una pena di un anno e 10 mesi per gli appalti delle mense in Comuni dell’hinterland milanese. Ma dalle chat acquisite dalla procura sarebbero emersi messaggi eloquenti tali da mettere in luce le relazioni di interessi tra i due fratelli Fabbro e il generale Liporace. Secondo la ricostruzione dell’accusa Oreste Liporace avrebbe fatto in modo che l’impresa dei fratelli Fabbro si aggiudicasse un appalto da quasi 700mila euro per i servizi di pulizia della scuola carabinieri di Velletri. De Vellis avrebbe aiutato il generale e i Fabbro a trovare altre aziende di comodo che avrebbero partecipato alla gara “per perdere” nascondendo così l’appalto concesso di comodo all’azienda dei Fabbro. L’indagine coordinata dalla procura di Milano avrebbe quindi fatto luce sulla natura strumentale di un contratto di affitto intestato alla sorella di Liporace – oltre 22mila euro, erogati tra il 2020 e il 2021 – la cui stipula avrebbe avuto la funzione di mascherare l’elargizione di denaro al generale dei carabinieri.

I “doni”
A Liporace sarebbero state regalate anche borse griffate Louis Vuitton, per un valore complessivo superiore agli 11mila euro. Nell’inchiesta figurano poi biglietti per lo stadio Olimpico di Roma e per uno spettacolo al Teatro alla Scala. La famiglia del generale inoltre avrebbe avuto a disposizione anche un servizio di noleggio auto con conducente durante un soggiorno a Milano nel dicembre 2019. In cambio Liporace avrebbe agito affinché fosse affidato a una specifica azienda l’appalto – da quasi 700mila euro – per servizi di pulizia della caserma.

Le indagini sugli appalti pubblici 
Sotto inchiesta sono finiti altri 15 milioni di euro di appalti di ristorazione della Presidenza del Consiglio perché assegnati nel febbraio 2020 alla stessa azienda che – secondo le accuse – per essere ammessa alla ristretta cerchia degli invitati alle commesse del Dis-Dipartimento informazioni e sicurezza, nel 2018-2020 avrebbe pagato 165.000 euro all’imprenditore dei traslochi Ennio De Vellis nella sua veste di intercessore nel mondo degli appalti pubblici. Per De Vellis il gip ha concordato fossero necessari gli arresti per approfondire l’ipotesi di traffico di influenze attorno agli appalti del Dis. Le indagini, dirette dalla Procura della Repubblica di Milano, si sono concentrate “su illecite assegnazioni di fondi e appalti pubblici” in cambio di denaro e altre utilità nonché mediante “la concertazione dei soggetti economici fittiziamente partecipanti alle procedure di gara”. Gli inquirenti fanno sapere che “sono in corso perquisizioni e acquisizioni di atti in varie province d’Italia, presso enti pubblici, persone fisiche e società a vario titolo coinvolte nelle vicende oggetto di approfondimento giudiziario”. Perquisizioni sono in corso anche negli uffici dell’Avvocatura Generale dello Stato, nel Centro Studi Alta Difesa, nel Provveditorato Generale alle Opere Pubbliche per Lazio, Abruzzo e Sardegna.

Fonte: PadovaOggi in collaborazione con Today – 04 Luglio 2024

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