AGI – Il Tribunale di Milano ha condannato a 4 anni l’ex presidente (LEGA Nord) della Camera Irene Pivetti nel processo in cui è imputata per evasione fiscale e autoriciclaggio perché avrebbe nascosto al Fisco i proventi dell’operazione commerciale nel 2016 di acquisto e immediata rivendita di tre auto Ferrari Gran Turismo e il marchio della scuderia Isolani Racing Team.
Il pm Giovanni Tarzia, titolare delle indagini del nucleo di polizia economico-finanziaria della GdF, chiedeva 4 anni di reclusione mentre l’avvocato Filippo Cocco, legale di Pivetti, l’assoluzione. Le giudici Scalise-Castellabate-Cecchelli della quarta sezione penale del Tribunale hanno riconosciuto le circostanze attenuanti generiche, non accogliendo la richiesta del pm Tarzia che ne chiedeva l’esclusione.
Come pene accessorie l’ex presidente della Camera e imprenditrice ha ricevuto l’interdizione dai pubblici uffici per cinque anni e l’incapacità di contrattare con la pubblica amministrazione per 12 mesi. (ndr … praticamente uno schiaffetto sulle mani)
Il tribunale di Milano ordina la confisca di oltre 3 milioni e 400mila Euro
Il tribunale di Milano, oltre alla condanna, ha ordinato la confisca di oltre 3 milioni e 400mila euro come profitto del reato. La somma è stata oggetto di sequestro in fase d’indagine dalla Guardia di finanza. Con Pivetti sono stati condannati anche i coimputati Leonardo Isolani e la moglie Manuela Mascoli a 2 anni con l’ipotesi di autoriciclaggio. Assolta invece la loro figlia Giorgia Giovannelli dalla stessa accusa, ma per un episodio diverso. Le motivazioni della sentenza saranno depositate entro 90 giorni.
Fonte: AGI – 26 Settembre 2024
Irene Pivetti – Frode in forniture pubbliche, bancarotta, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio nell’ambito di una compravendita dalla Cina di mascherine anti Covid-19.
L’ex presidente della Camera Irene Pivetti è stata rinviata a giudizio dal Gup del Tribunale di Busto Arsizio (Varese) che ha accolto la richiesta del pm Ciro Caramore.
Sarebbe accusata a vario titolo, insieme alla figlia, il genero, l’imprenditore Luciano Mega, e altre persone, tutte rinviate a giudizio, di frode in forniture pubbliche, bancarotta, appropriazione indebita, riciclaggio e autoriciclaggio nell’ambito di una compravendita dalla Cina di mascherine per un valore complessivo di 35 milioni di euro che arrivarono a Malpensa durante l’emergenza Covid.
Secondo l’accusa sarebbero state consegnate mascherine solo per un valore di 10 milioni, di qualità scadente, praticamente inutilizzabili e con falso marchio Ce. Le parti civili che si sono costituite in giudizio sono 13. Tra queste compaiono lo Stato, il Ministero dell’Interno, l’Agenzia delle Dogane, l’Agenzia delle Entrate, oltre alle principali strutture medico ospedaliere che hanno ricevuto le mascherine. Le difese avevano chiesto il non luogo a procedere.
Il dibattimento si aprirà il prossimo 21 Novembre 2024.
Fonte: ANSA– RaiNews – 14 Giugno 2024
COMMENTO
Come si dice: “L’APPETITO VIEN MANGIANDO!”