Amedeo Goria, la sua ex moglie Maria Teresa Ruta (nel 1987 le nozze) ha raccontato al Corriere della Sera di aver scovato una agendina nella quale erano annotati almeno duemila numeri di telefono, solo di donne, in tutto il mondo, con accanto le stelline del punteggio.
Maria Teresa ha esagerato, al massimo erano 1800 (ride, Ndr). A parte le battute, è vero, mi beccò. Sull’agendina scrivevo i nomi delle donne che incontravo. Ma non davo i voti, assolutamente no, è una cosa brutta… le femministe mi si scagliano contro…
Cosa scriveva accanto ai nomi femminili, allora?
Uno squallido e volgare segnetto per indicare il tipo di rapporto avuto, se fosse stato solo un bacio o qualcosa di più.
Conserva ancora l’agendina?
(pausa di qualche secondo, Ndr) In qualche anfratto o comodino… l’ho rinnovata, sono passati tanti anni.
Insomma, continua ad aggiornarla?
Non metto più segnetti. E poi adesso comincio a perdere anche un po’ la memoria. Capita che qualcuna mi chieda: “Ti ricordi di me? Ho dormito da te…”. Sono disordinato, ma sempre in buona fede.
Il rapporto con Maria Teresa Ruta com’è oggi?
L’ho ricostruito. Lei con me ha un po’ il dente avvelenato, io la ringrazio sempre e le chiedo scusa pensando al passato. Sono un penitente.
69 anni, in Rai dal 1987, prima al Tg1 e poi a Rai Sport, la conduzione di 500 puntate di Unomattina, ma anche tante esperienze extra giornalismo.
La mia filosofia di vita è lanciarsi nelle cose, perché altrimenti mi annoio e mi deprimo, a maggior ragione ora che sono in pensione. Sono subalterno a me stesso. Da una parte penso moltissimo alla finitezza della vita… sto andando a molti funerali purtroppo. Da Vincenzo D’Amico – ancora non ci credo che non ci sia più – a Gianluca Vialli, fino a Sinisa Mihajlovic. Dall’altra parte sono molto ridanciano: la mia passione oggi sono i quadri, ho speso tanti soldi per acquistarli, ma scado spesso nel trash o comunque in situazioni al limite. Mi si mette in mezzo facilmente, ecco. Amo l’alto e il basso. L’età avanza, non so quanto mi resti ancora, spero tanto, ma io intanto cerco di non perdere tempo.
Le donne sono il suo punto debole?
Con le donne ho esagerato, forse è stata l’ebbrezza della notorietà, mi ha dato un po’ alla testa. Ma ancora oggi, alla mia età, vedere una bella donna anche col desiderio di conoscerla mi dà motivo di vita.
Questa passione ha pesato anche sulla sua carriera?
Sono andato in pensione da inviato Rai dopo 45 anni di contributi, non ho fatto chissà quale carriera. Il fatto è che non ho mai blandito nessuno… non ho mai chiesto favori. Poi magari ho buttato via occasioni per delle sciocchezze, per le donne… Ho esagerato a mostrarmi in un certo modo e ho rovinato un matrimonio. Dalla vita però ho avuto tanto, sono stato fortunato, ho sposato una donna famosa, che mi ha aiutato a stare davanti a un microfono, all’inizio della mia carriera balbettavo.
E il sesso?
Sono un salutista. Non ho mai fumato, non mi sono mai drogato, bevo poco. Sono un fautore benemerito del fatto che il sesso faccia bene. Dico a tutti: fate più sesso, abbandonate altri vizi, più fate sesso meglio è! Il sesso mantiene giovani. Le cose negative sono altre.
Che rapporto ha con il mondo LGBTQIA+?
Sono un liberale. Rispetto tutti, purché non ci siano manifestazioni clownesche. Nel mondo di oggi – in cui c’è grande libertà di genere e sessuale – è paradossale che vi rivolgiate a me perché mi piacciono le donne quasi fossi un depravato.
Liberale, ma anche libertino.
Sì, è vero. Amo le persone serie, non quelle seriose.
Parlare di sesso agevola l’incontro con le donne?
No, anzi, può essere un autogol.
Eppure lei racconta pubblicamente di aver partecipato a orge e di aver frequentato locali per scambisti.
Ma sì, io non mi faccio mancare nulla. Sono un giornalista, sono curioso. Perché non sperimentare i locali per scambisti? Non c’è niente di male.
Con colleghe giornaliste ha mai avuto relazioni?
Sul lavoro sono stato irreprensibile. Sono strano: quando una donna diventa una collega la considero alla stregua di un uomo. Preferisco una donna non famosa, sapere già tutto di lei mi toglie un po’ di curiosità.
Ha scritto con la collega Savina Sciacqua il libro Due cuori e un app, di cosa si tratta?
È un manuale semiserio. Tracciamo dieci profili di donne e di uomini che si possono incontrare sui social e su Tinder.
Frequenta questo mondo?
Mi sono iscritto sotto falso nome ad un sito di incontri. Ho incontrato un paio di persone, ma mi hanno smascherato. Mi è servito a titolo didascalico.
I social come li vive?
È un mondo devastante. Pensi al calcio: a fine anni ’70 lavoravo a Tuttosport, nella Juventus giocava Michel Platini, con cui avevo buoni rapporti. Un giorno invitò me e altri due colleghi e ci portò con un aereo privato in Francia, a Saint-Cyprien, dove aveva una scuola di calcio. Giocammo con lui. Se allora ci fossero stati i telefonini, avrei avuto materiale per un documentario. Erano altri tempi, oggi è impensabile avere un rapporto del genere con i calciatori, che sono blindatissimi. A Torino andavo quasi ogni giorno in un ristorante in via Maria Vittoria a pranzo con Cesare Prandelli, Antonio Cabrini, Domenico Marocchino, Paolo Rossi e qualche volta Marco Tardelli… lui se la tirava un po’ di più.
Un ricordo a cui è più legato nella sua carriera da giornalista sportiva?
L’intervista al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano pochi minuti prima della finale dei Mondiali del 2006 all’Olympiastadion di Berlino vinta dall’Italia di Marcello Lippi. Pensavo che, in quanto scaramantico, il Presidente non avrebbe parlato prima di una partita così importante. E invece fu molto disponibile. E poi avevo buoni rapporti con Diego Armando Maradona, una persona generosa: una delle foto più belle che ho è di Maria Teresa – all’epoca conduceva La domenica sportiva – con accanto Maradona, mio padre e la sua seconda moglie.
Dicevamo delle sue esperienze extra sport.
Tante. In questo periodo mi hanno coinvolto nella rivisitazione de La cena dei cretini, in teatro a fine novembre. Il mio ruolo è quello del medico. Un personaggio semiserio come me: inappuntabile nelle diagnosi, ma nel frattempo occhieggia le donne.
Nel 2021 ha partecipato al Grande Fratello Vip, che quest’anno abbandonerà il trash, almeno stando a quanto ordinato dall’amministratore delegato di Mediaset Pier Silvio Berlusconi.
Voglio vedere alla prova dei fatti cosa succederà. Se uno vi partecipa e si autocensura in partenza allora che senso ha? Si perde in naturalezza!
Nel 2005 una ragazza a Le Iene la accusò di aver chiesto esplicitamente prestazioni sessuali in cambio di un lavoro in tv.
Fu una macchinazione, una trappola ben orchestrata. Una gogna. Ne soffrii moltissimo. Una situazione dovuta ad un concentrato di notorietà e di sprovvedutezza mia. Quella persona – che in quel momento mi fece male, vennero aperte due inchieste, poi chiuse – io oggi sarei disponibile a incontrarla per un caffè.
Mai ricevuto accuse di molestie?
Mai. Ho sempre rispettato le donne. Anche se qualche volta hanno provato a sfruttare la mia notorietà, chiamando i fotografi a mia insaputa.
Donne, donne, donne. Eppure lei esteticamente non somiglia, diciamo, a Stefano De Martino.
Beh, non sono giovanissimo, ho tanti giorni di vita alle spalle e ogni giorno di vita in più è una occasione per incontrare persone. A maggior ragione se scegli una vita molto libera, come ho fatto io. E comunque ricevo anche tanti no. Per me ogni donna ha un valore morale, psicologico e culturale, oltre che estetico. Per piacermi non deve essere Miss Universo.
Tempo da dedicare alle donne ne ha, insomma.
Sì, mi ci impegno. Silvio Berlusconi un giorno a Milanello mi disse: “Goria, so che con lei posso parlare non solo di calcio”.
Ora è single?
Sì, con la modella Vera Miales è finita un anno e mezzo fa, ma ci siamo visti l’altra settimana a San Benedetto del Tronto. Mi ha rimproverato perché stavo parlando con due ragazze, è gelosa.
Come le piacerebbe essere ricordato?
Un bravo giornalista che ha provato a far di tutto e a vivere la vita nella sua interezza.
Cosa desidera per la sua vita oggi?
Il mio sogno è diventare finalmente nonno. Ho due figli, Guenda e Gian Amedeo, mi piacciono molto i bambini: vorrei giocare con loro.
Fonte: IlMessaggero – Massimo Galanto – 17 Agosto 2023