PESCARA – Il direttore della Cna Abruzzo racconta la storia (incredibile) della sua rinascita: “Troppa gente fa chiacchiere da bar, i medici e mia moglie mi hanno salvato”. “ Mi sono ritrovato a terra nudo, bagnato, con una gamba che non c’era più ma che pensavo di avere ancora”
Mentre parliamo Silvio ride: «Lo sa che questa gamba costa più di una Tesla e non potevo permettermela? Quando le racconterò la storia si divertirà». Sgombriamo il campo: questa è la storia di uomo a cui è stata amputata una gamba dopo un vaccino contro il Coronavirus. L’uomo è Silvio Calice: 52 anni, chietino, laureato in Economia e Commercio, quattro Master nel curriculum e una carriera in Cna Abruzzo puntellata di successi fino al ruolo di Direttore regionale. Delle molte cose dette nel corso di questa lunga intervista, quella che forse si noterà di più sarà la sua posizione su questo vaccino della discordia: favorevole, nonostante tutto e contro le lusinghe di una parte di mondo. Ma forse qualcuno rimarrà colpito da come alcune immagini si legano tra loro. Proviamo a immaginarle come se fossero scene di un brevissimo cortometraggio: un giro in bicicletta fiancheggiando la spiaggia in una giornata di sole, come ce ne sono molte; i sintomi di una trombosi e la paura di non farcela; un’amputazione e poi una protesi, la possibilità di tornare a muoversi e… un giro in bicicletta fiancheggiando la spiaggia in una giornata di sole, come ce ne sono molte. E il lettore vedrà allora come la vita di Calice somigli a una rosa di Paracelso, incenerita e ricostruita fuori dallo sguardo e dal giudizio degli altri, e come una storia dagli sviluppi così crudi possa sembrare una piccola sosta tra due giri di bicicletta. [Omissis…]
Fonte: IlCentro – Alberto Mutignani – 14 Marzo 2025