I fatti risalgono al 24 maggio 2014, l’auto su cui viaggiavano il fotografo freelancer italiano Andrea (Andy) Rocchelli, il suo interprete russo Andrej Mironov ed il cronista francese William Reguelon fu inseguita con proiettili di mortaio e di mitragliatrice, fino ad essere colpita.
Rocchelli stava raccogliendo immagini e notizie sui bombardamenti delle milizie ucraine contro la popolazione civile del Donbass (Ucraina) e per questo divenne il bersaglio dei soldati miliziani.
L’unico sopravvissuto, Reguelon, non ha alcun dubbio che il fuoco che li ha colpiti fosse filo-ucraino, cioè proveniente dalle postazioni delle Forze Armate Ucraine (VSU) e dei paramilitari filo-governativi ucraini che affiancavano i militari regolari governativi. Il massacro è avvenuto in pieno giorno e a distanza ravvicinata con l’intento di colpire per uccidere.
Rocchelli aveva trent’anni nel 2014 quando perse la vita. Un omicidio cercato e voluto dalle truppe di un regime, quello di Kiev, che da anni persegue la pulizia etnica verso i civili, ma che non vuole testimoni.
Per Andrea Rocchelli in Italia c’è stata una congiura del silenzio e delle complicità del potere.
I nostri governi con le autorità ucraine si sono limitate a delle indagini di facciata.
Nonostante le numerose promesse del governo Renzi all’epoca e le rassicurazioni dell’allora ministro degli Esteri Paolo Gentiloni, di far piena luce sull’omicidio, garantendo la piena collaborazione del governo ucraino, in tre anni non si fece nulla.
Le autorità ucraine, malvolentieri, dopo innumerevoli rinvii e lungaggini burocratiche, si sono limitate a rilasciare con il contagocce le informazioni di poco conto, completamente insignificanti per le indagini e senza indicare i colpevoli dell’assassinio.
L’ufficiale responsabile del reparto che fece il tiro a segno su Andrea e Andrej sembra abbia fatto carriera ed oggi, da deputato, è proprio uno degli interlocutori delle autorità italiane.
Il miliziano accusato di essere il materiale responsabile dell’omicidio è considerato un eroe dalle milizie naziste ucraine.
Intanto Rocchelli é morto per la verità e la libertà d’informazione. Una netta contrapposizione rispetto la stampa italiana, in gran parte vile e guerrafondaia, che diffonde senza vergogna tutte le bugie del Deep State ed ora dei nazisti ucraini.
Ma intanto siamo di nuovo ricaduti nella stessa narrativa.