Lo Yoga
La parola Yoga deriva dalla radice sanscrita “Yug” che significa UNIRE ed ha come obiettivo la vera unione della nostra volontà con quella di Dio. L’origine dello Yoga si perde nella notte dei tempi e si dice che all’epoca di Atlantide fosse largamente diffuso e praticato per potenziare il corpo, epoca in cui c’era la necessità di fortificare il corpo fisico in maniera considerevole, in virtù delle potenti energie che lo attraversavano.
La Leggenda
Si narra che un giorno il dio Shiva decise di insegnare tutti i segreti dello Yoga alla sua sposa Parvati. Accanto a loro però c’era un pesce di nome Matsyendra che, senza farsi notare, ascoltò attentamente tutte le sue sagge parole. Quando le due divinità si accorsero della presenza del piccolo intruso era troppo tardi e il piccolo animale si era già dileguato, portando con sé tutto quello che aveva appreso. Il pesce nuotò lontano sperimentando su di sé gli insegnamenti sacri che aveva acquisito e con il passare del tempo passò attraverso le tappe del percorso evolutivo dello Yoga e alla fine si trasformò in un uomo, che sarebbe diventato il primo Yogin della storia conosciuta dall’essere umano.
La Storia
Lo Yoga era inteso come un insieme di tecniche finalizzate a raggiungere la “fusione-unione” con la Coscienza Universale (il Creatore).
Gli studiosi concordano che le prime testimonianze dello Yoga risalgono al 5000 A.C. in India, in quanto sono state ritrovate raffigurazioni di alcune posizioni (Hatha Yoga) su monete, tavolette e sigilli appartenenti a quel periodo.
In quel tempo tutti gli insegnamenti che erano a carattere esoterico, erano tramandati esclusivamente in modo orale da Guru a Chela (Maestro a Discepolo) fino a che non si accompagnò anche la tradizione scritta riservata sempre a pochi eletti.
Le prime prove scritte le troviamo nelle scritture vediche, precisamente le Upaniṣad, che sono poemi filosofici e mistici, scritti in sanscrito, che esplorano la natura dell’anima umana.
Anche nella Bhagavad Gita troviamo spesso la parola Yoga, intesa soprattutto come una condotta di vita che guida verso la liberazione, gli antichi monaci credevano infatti che controllando il corpo sarebbero arrivati al controllo anche della mente, nacque quindi come una pratica fortemente religiosa e viene codificata con il testo più importante ed esaustivo dal nome: Gli YOGA SUTRAS di Patanjali. In questo glorioso testo, lo Yoga viene descritto e proposto come metodo scientifico, oggettivo ed efficace per raggiungere la sublime Mèta, obiettivo finale dell’esistenza.
Guru
Guru, dal sanscrito significa: “chi ti conduce dal buio alla luce”, quindi Guru é colui che guida il discepolo dall’oscurità alla luce del Samadhi. Per iniziare il Vero sentiero dello Yoga che si riassume in otto passaggi ben codificati da Patanjali, il discepolo deve ricevere l’insegnamento del suo Guru (Maestro autorealizzato) il quale guiderà il discepolo passo dopo passo ad eliminare l’ego, ed insegnando come far cessare “le modificazioni della mente” per ottenere il controllo totale della propria mente e trascendere la dimensione vincolante spazio/temporale.
Nuovo paradigma
Da insegnamento esoterico ad insegnamento per tutti. Non c’era e non c’é più tempo per tenere segreti e nascosti gli antichi insegnamenti e dalla fine del XIX secolo l’umanità ha potuto godere di un nuovo paradigma, si poteva avere accesso a tecniche e conoscenze fino ad allora riservate a pochissime persone.
Alcuni Maestri, esponenti della Fratellanza Bianca, hanno emanato la Loro benedizione sul Pianeta Terra affinché ci fosse un’accelerazione nello sviluppo delle coscienze ed il Pianeta Terra si preparasse insieme ad i suoi abitanti al salto quantico che stiamo ora vivendo.
In particolare il Maestro Babaji decise che era giunto il momento di diffondere lo Yoga anche in occidente ad opera di Yogananda, discepolo di Sri Yuketswar, che a sua volta era il discepolo di Lahiri Mahasaya, discepolo del grande Maestro Babaji.
Lo Yoga in Italia
Anche in Italia si é diffuso lo Yoga e certamente non possiamo dimenticare la figura di Andrea Scandurra, il quale negli anni ’50 avviava uno dei primi Centri Yoga del nostro Paese.
I corsi si tenevano a Roma, in una centralissima Via Veneto, precisamente al numero 96, a ridosso dei locali più prestigiosi dell’epoca, dove la “Dolce Vita” iniziava a fare tendenza e diventare di moda.
Poco si conosce su come Scandurra sia giunto alla pratica dello Yoga, considerata la limitata diffusione, tuttavia possiamo affermare che Scandurra é stato senza alcun dubbio un precursore in Italia, una pietra miliare che ha avuto il merito di “iniziare” una gran numero di allievi, persone comuni, personaggi noti e meno noti. Il “Centro Yoga” si avvaleva di alcuni collaboratori tra cui: la gentilissima ed efficiente segretaria di nome Contina e di due allievi, poi divenuti istruttori: Emidio e Mario.
Scandurra in quegl’anni, aveva promosso una sua personale impronta allo Yoga Classico, ispirando i suoi insegnamenti al “Semplicismo, una corrente che aboliva tutto il superfluo nella pratica e nella comunicazione“. Nel finire degli anni ’50, ebbe anche il merito di creare e diffondere la prima rivista dedicata alla disciplina orientale, intitolandola “Stampa YOGA“.
Val. In.