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Case “green”, oggi via libera al “diktat” UE

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L’Europa dice addio ai combustibili fossili negli edifici di nuova costruzione attraverso la direttiva sulle “case green”: una rivoluzione all’insegna della sostenibilità che promette di ridisegnare il panorama urbano entro il 2030, con abitazioni che sprechino sempre meno energia. È quanto stabilito dalla nuova direttiva sull’efficienza energetica, approvata dal Parlamento europeo lo scorso marzo, che ha scatenato un vivace dibattito in Italia e non solo. L’approvazione finale della direttiva è prevista per l’Ecofin di oggi, 12 Aprile 2024, seguita da un periodo di due anni durante il quale gli Stati membri dovranno preparare i loro piani nazionali di ristrutturazione. Questi piani delineeranno le strategie nazionali per conformarsi ai nuovi standard, segnando un importante passo avanti nell’ambito delle politiche ambientali europee. La sfida è significativa, come anche i benefici attesi in termini di riduzioni delle emissioni e di risparmio energetico, cruciali per un futuro sostenibile.

Cosa prevede la direttiva
Il cuore della direttiva, nota come “direttiva case green”, impone che tutti i nuovi edifici siano a emissioni zero a partire dal 2030, con un obbligo anticipato al 2028 per gli edifici pubblici. Inoltre, sarà necessario ristrutturare il 16% degli edifici non residenziali più inefficienti entro il 2030 e il 26% entro il 2033, introducendo standard minimi di prestazione energetica. Per gli edifici residenziali, invece, sarà necessario garantire una riduzione dell’energia primaria media utilizzata di almeno il 16% entro il 2030 e del 22% entro il 2035, che dovrà riguardare il 43% degli immobili meno efficienti dal punto di vista energetico. Parliamo di circa 5 milioni di edifici da ristrutturare sui 12,5 presenti in Italia.

Quali interventi
Gli interventi necessari sono: cappotto termico, sostituzione degli infissi, nuove caldaie a condensazione e pannelli solari. L’obbligo di installare pannelli solari sugli edifici sarà limitato agli edifici pubblici (dal 2026) e a quelli privati non residenziali di grandi dimensioni (dal 2030). A partire dai prossimi mesi non sarà più possibile richiedere incentivi per l’acquisto di caldaie a metano e dal 2025 sarà vietata la concessione di sovvenzioni alle caldaie autonome a combustibili fossili.

I costi
Uno dei punti chiave della direttiva prevede la cessazione dei sussidi per l’installazione di caldaie a gas e a petrolio entro il 2025, spingendo verso l’utilizzo di alternative più sostenibili come le pompe di calore o i sistemi combinati di riscaldamento che includono l’uso di energia rinnovabile. Il dibattito si intreccia con la realtà del patrimonio edilizio italiano, notoriamente tra i più datati e meno efficienti in Europa. Le stime di ristrutturazione per abitazione oscillano tra i 20.000 e i 55.000 euro, cifre che sollevano preoccupazioni sulla fattibilità finanziaria per i proprietari di casa, soprattutto considerando che il 74% degli italiani possiede l’immobile in cui vive. Sarebbe meglio per i governi, dunque, lavorare a trovare i fondi per la direttiva. La Commissione europea calcola che entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica nel settore immobiliare: non sono previsti bonus dedicati, ma la direttiva offre l’opportunità di finanziamento attraverso fondi europei come il Fondo sociale per il clima, il Recovery fund e i Fondi di sviluppo regionale.

Fonte: IlMessaggero – Marta Giusti – 12 Aprile 2024

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