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Chi finanzia l’Organizzazione Mondiale della Sanità

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Fino ad oggi, il maggior contribuente dell’Organizzazione mondiale della Sanità sono stati gli USA: infatti, nel biennio 2018-2019, il finanziamento americano ha rappresentato quasi il 15% del bilancio complessivo dell’OMS. Al secondo posto figura la Fondazione di Bill Gates e di sua moglie Melinda, per una fetta del budget appena inferiore al 10%. Come sottolinea Foreign Policy, è probabile che gli altri finanziatori – statali e, in larga misura, privati – coprano la parte finora sostenuta dagli Stati Uniti, ma a lungo termine è probabile che l’agenzia speciale delle Nazioni unite per la salute, con sede a Ginevra, dovrà ristrutturare il proprio sistema di finanziamento. 

A quanto affermato dal presidente Usa Donald Trump, la spesa annuale sostenuta dagli Usa si aggira tra i 400 e i 500 milioni di dollari. Il bilancio biennale dell’Oms, stando a fonti della stessa organizzazione, nel 2020-2021 si aggira intorno ai 4,8 miliardi di dollari. Mentre i 194 Stati membri in teoria pagano regolarmente i propri contributi che vengono commisurati al rispettivo Pil nazionale e alla popolazione, ormai da circa 30 anni i finanziamenti volontari rappresentano la fetta più grande del budget dell’Oms, variando però di anno in anno. Questi contributi volontari vengono da Paesi membri dell’Onu, altre organizzazioni, fondazioni e imprese. 

Fondata nel 1948, l’Organizzazione mondiale ha circa 7000 collaboratori di oltre 150 Paesi, tra cui medici, scienziati, esperti del settore sanitario e farmaceutico. Per quanto riguarda i singoli Paesi, i maggiori contribuenti dell’Oms sono la Gran Bretagna con 434 milioni di dollari sempre sul biennio (e sommando quota regolare con donazioni volontarie), seguita da Germania, Giappone e poi dalla Cina, presente con 86 milioni di dollari in quote regolari e contributi volontari.

La struttura finanziaria dell’Oms è molto articolata. Nel 2017, per esempio, circa l’80% dei suoi fondi era destinato a coprire specifici progetti indicati dagli stessi donatori. La Bill & Melinda Foundation si è posizionata come primo donatore volontario a partire dal 2015. A fronte di questo, fra gli anni ’80 e ’90, diversi Paesi hanno interrotto più volte il regolare pagamento delle quote obbligatorie, facendo sì che in certe annate l’Oms sia riuscita a mettere insieme solo il 70% dei finanziamenti previsti.

Dal 2000 le entrate dell’Oms sono raddoppiate, ma solo grazie alla crescita esponenziale dei fondi volontari: con il risultato, sottolineano alcuni critici, che per esempio nel 2018 il 10% dei programmi dell’Organizzazione riceveva l’80% dei fondi volontari. Il punto critico, sostengono gli osservatori, consiste proprio nel fatto che l’Oms sarebbe suscettibile all’influenza dei vari Stati e soggetti finanziatori in base alle loro capacità politica e alla loro forza finanziaria. 

Fonte: Fabrice Coffrini / AFP – Sede Oms

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