“Non ci sarà nessun vaccino“, lo dice senza troppi giri di parole il Dott. Prof. Pasquale Mario Bacco, medico legale, ricercatore che con un team di tredici colleghi, nel suo laboratorio con sede a Bari, studia il Covid-19 già da un po’ e già a fine febbraio, dati alla mano, aveva dimostrato che l’infezione polmonare circolava in Italia da ottobre scorso. “A noi interessava capire l’incidenza laddove non si fosse manifestata la malattia”. Prof. Bacco.
Il gruppo di medici ha preso un campione di 7038 persone sane e senza sintomi, tutti dipendenti di aziende, ha effettuato i test sierologici a partire dal 25 febbraio scorso ed è stato scoperto che oltre il 30 per cento della popolazione italiana era entrata in contatto con il Covid-19 sviluppando gli anticorpi. Parliamo, in particolare del 33,6 per cento. Su 7.038 sono risultate positive 2.365 persone. Di questi 2.365 soggetti, in 1.779 erano presenti le IgG, cioè le immunoglobuline G datate, parliamo degli anticorpi al Covid. “Significa che queste persone erano già venute a contatto con il virus almeno tre mesi e mezzo prima, si sono ammalate e hanno sviluppato gli anticorpi, pur essendo asintomatici“, ha specificato Bacco (quasi il 90 per cento degli infetti analizzati non ha manifestato nessuno dei sintomi riconducibili al Covid.
Certo gli anticorpi non sono a vita, durano pochi mesi, motivo per il quale è impossibile, stando alle parole del medico campano, trovare un vaccino. “In questo il Covid è come l’Hiv. Sono virus che mutano. Può essere che la popolazione verrà chiamata a sottoporsi al vaccino a giugno, ma quello stesso vaccino ad ottobre non servirà più. Io ho visto in laboratorio come muta questo virus, è quasi come l’Hiv, quindi il vaccino non ci sarà mai. L’unica cosa che ci salverà, se il virus dovesse diventare più aggressivo, è un farmaco specifico. Oggi i soggetti siero-positivi hanno un’aspettativa di vita uguale a un soggetto sano, grazie a un farmaco. Conducono una vita normalissima solo che devono prendere una, o due o tre, ma di solito una pillola al giorno perché hanno un retrovirale che va nel sangue e questo aiuta. E la stessa cosa sarà per il Covid” dichiara il medico.
Nessuno, però, nell’ambito scientifico italiano, ha voluto dar credito allo studio di Bacco e dei suoi colleghi. “Nè l’istituto superiore della sanità nè il ministero della sanità ci hanno considerati. Poi abbiamo portato i nostri dati al professor Burioni e non li ha neanche visti”, ha detto, amareggiato, Bacco. Attualmente i decessi a causa del Covid sono 30.395 in Italia, stando ai dati pubblicati su internet, ma a sentire il dottor Bacco, quei numeri “sono stati inventati di sana pianta” in quanto “I morti per Covid che prima erano sani si contano sulle dita di una mano perché questo virus non è capace di uccidere. È un virus banale, semplice. Un soggetto ad esempio siero-positivo non si ammala di Covid, perché ha l’hiv che è un virus molto più grande che utilizza gli stessi recettori del Coronavirus, quindi anche nella competizione il Covid non riesce ad andare sugli stessi recettori. Ovunque ci sia una risposta immunitaria adeguata viene annientato”.
Stando alle dichiarazioni di Bacco, i morti che erano ricoverati negli ospizi, o che avevano patologie tumorali plurimetastatiche, miocardiopatie dilatative, diabetici, paraplegici, non possono essere considerati morti per Covid, perché “sono tutti soggetti che avevano già aspettative di vita brevissima”. La famiglia del Coronavirus in assoluto soffre il clima, “questo glielo può dire anche uno studente di medicina al secondo anno” sottolinea Bacco. Pertanto, dallo studio portato avanti dal gruppo barese, è emerso (e, cosa importante, lo era già a fine febbraio) il Covid-19, come tutti i coronavirus, è condizionato in maniera determinante dal clima. Quindi scomparirà in estate per poi riapparire con lo scendere delle temperature ed, inoltre, si manifesterà sempre in maniera più incisiva nelle zone più fredde d’Italia. “Anche ad uguale ‘concentrazione’ – si legge nella relazione del team di studiosi – la patogenicità del virus sarà sempre maggiore al Nord, rispetto al Sud Italia e Sud Europa (dove le temperature, anche d’inverno, sono più alte)”.
“La vera domanda che oggi bisognerebbe farsi è: ma questo virus ad ottobre come torna? Perché il virus non è sparito, c’è e sopravvive” specifica Bacco. Quindi come ne usciremo? “Con la scoperta di un farmaco specifico”, risponde, secco, Bacco. Oggi, secondo il medico campano, sono tre le soluzioni al virus (finché non si troverà il farmaco adatto al Covid). “Abbiamo l’Idrossiclorochina che ora è inutile prendere, ma ad ottobre no. Le faccio un esempio, la caratteristica dell’anemia mediterranea è quella delle catene dell’emoglobina. L’emoglobina, detta in maniera semplice, è composta da una parte alfa e una beta (parliamo delle catene polipeptidiche, ndr). I soggetti betatalassemici (quindi quelli affetti da anemia mediterranea) non hanno le catene beta. Il Covid si lega alle catene beta, quindi questi pazienti non avendole sono immuni al covid, il virus può entrare nel loro organismo, ma non si lega. L’hanno capito gli studiosi americani. Detto questo l’idrossiclorochina ha un meccanismo banalissimo (che si avvicina al concetto di anemia mediterranea, ndr), viene utilizzata per la malaria. Prendendo prima questo farmaco, le catene beta vengono tamponate, se il virus entra nell’organismo che ha preso questa medicina, non sa dove legarsi e se non entra nelle cellule, muore. E non è vero che ha mille effetti collaterali come ha detto uno dei professori televisivi”. Certo, non è la soluzione, ma va bene in attesa del farmaco ufficiale. Il secondo farmaco è il Tocilizumab, il farmaco anti-artrite usato all’ospedale “Cotugno” di Napoli che funziona perché riduce le reazioni del corpo a contatto con il virus. Infine c’è la Terapia con il Plasma “che è quella che ci salverà se questo virus diventerà più aggressivo”.
Questo studio, però, come dicevamo, non è stato preso in considerazione. “Accettare il nostro studio significa negare tutto quello che è stato detto fino ad ora. – commenta Bacco – Ma noi abbiamo una dignità come medici e possiamo solo dire la verità perché siamo dei medici liberi. Abbiamo lavorato giorno e notte, abbiamo dormito anche per terra per tre ore a notte e siamo stati mortificati e oscurati.” . Infine “stanco”, il medico conclude: “Io non sono un uomo-immagine, ma ho solo una cosa che non posso perdere ed è la mia credibilità”.
Dott. Prof. Pasquale Mario Bacco
Laureato in Medicina Interna e Chirurgia Generale presso l’Università Federico II di Napoli, ricercatore, medico legale, virologo ed Amm.re Delegato Meleam S.p.A