La cosa più bella in Italia é fare impresa con i soldi di altri, se poi ai contributi certi, si aggiungono i soldi delle vendite dei periodici e delle pubblicità, é ancora meglio.
Stiamo parlando dei contributi governativi all’editoria, ovvero la distribuzione a “cani e porci” dei soldi dei contribuenti per farsi raccontare le stupidate.
Ufficialmente il contributo è rivolto a sostenere l’attività editoriale di quotidiani e periodici tenuto conto del principio del pluralismo dell’informazione. (n.d.r. noi la chiamiamo lottizzazione dei partiti politici).
L’indennizzo è rivolto a seguenti beneficiari:
- le cooperative giornalistiche
- le imprese editrici il cui capitale è detenuto in misura maggioritaria da cooperative, fondazioni o enti senza fini di lucro, limitatamente ad un periodo di cinque anni a decorrere dal 15 novembre 2016, data di entrata in vigore della legge n. 198/2016
- gli enti senza fini di lucro ovvero le imprese editrici il cui capitale è interamente detenuto da tali enti
- le imprese editrici che editano quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche.
Sono 173 i destinatari totali suddivisi in diverse categorie:
- 108 imprese editrici di quotidiani e periodici editi e diffusi in Italia
- 9 imprese editrici di quotidiani e periodici espressione di minoranze linguistiche
- 5 imprese editrici di quotidiani italiani diffusi all’estero
- 15 periodici editi in Italia e diffusi prevalentemente all’estero
- 27 editoria speciale periodica per non vedenti e ipovedenti
- 9 periodici editi dalle associazioni dei consumatori e degli utenti.