Era il 1976 quando Del Buono e Buscemi iniziarono la trasmissione di "Noi e gli Ufo" - Italiador
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Era il 1976 quando Del Buono e Buscemi iniziarono la trasmissione di “Noi e gli Ufo”

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Si tratta di un’intervista risalente al 2008 ma ho pensato, per coloro che non hanno ancora avuto modo di leggerla, che possa risultare alquanto interessante visto che il giornalista Enzo Buscemi, insieme al compianto Eufemio del Buono, condussero lo Storico Programma Televisivo “Noi e gli Ufo” sino al 1983. Visto che i Programmi di Quinta Rete-o comunque dell’Italia 1 Rusconiana- sono praticamente scomparsi questa intervista ha, almeno per me, un valore inestimabile. Manuele.

Riporto qui di seguito l’intervista:

Iniziamo l’intervista ritornando con la memoria alla fortunata trasmissione “Noi e Gli Ufo”, che conduceva assieme al recentemente scomparso Eufemio Del Buono. Sono in pochi oramai a ricordare che la trasmissione “Noi e gli Ufo” era originariamente un programma radiofonico. Correva l’anno 1976 e le frequenze erano quelle della stazione radio capitolina Roma 103, di cui lei – lo ricordiamo ai nostri lettori – ne era il fondatore. Come nacque quindi, all’epoca, l’idea del programma radiofonico “Noi e gli Ufo”?

Eufemio lo avevo conosciuto quasi per caso. In quegli anni abitavo alla Camilluccia, a poca distanza dal suo bar, già famoso e dal nome inequivocabile, “Lo Zodiaco”. Dal ’74 mi ero imbarcato nell’avventura di Roma 103, una delle prime radio libere anch’essa piazzata nelle vicinanze. A notte inoltrata si andava allo Zodiaco ed Eufemio, sempre creatura notturna ci accoglieva con il suo grande sorriso. Mi parlava di Ufo tanto che finii per invitarlo a una chiacchierata al microfono. Chiacchierata che si tramutò in due puntate settimanali di una rubrica che battezzammo “Noi e gli Ufo”. La feci gestire da Augusto Sciarra, altro giornalista nato praticamente con me e che oggi lavora a Radio RAI. Fu subito successo, e con Eufemio nacque una simpatia che sarebbe diventata salda amicizia. Mi intrigava il carisma che sprizzava dalle sue prepotenti sopracciglia a cornice di quegli occhi che bucavano i suoi interlocutori. E poi quella sua incredibile convinzione dell’esistenza di popoli extraterrestri mi affascinò, ad onta del mio radicato scetticismo, tanto che pensammo di proporre Noi e gli Ufo al neonato circuito televisivo dell’editore Rusconi (ndr: Quinta Rete a Roma, Antenna Nord a Milano e altre emittenti nelle principali città italiane). Detto fatto, puntata di prova e dal novembre 1976, la trasmissione divenne il programma di punta del’emittente. Un successo incredibile che i sondaggi di mercato dell’epoca gratificarono con un incredibile 23% di share.

Enzo Buscemi passa quindi a raccontarci qualche divertente aneddoto
Ce ne furono miriadi… Ma ricordo con tenerezza certi scherzi che gli facevo per vendicarmi di certe sue ripicche. Del Buono non sopportava essere smentito in trasmissione. Per questo, molto spesso, mi teneva all’oscuro degli argomenti che avremmo dovuto trattare. Preparava tutto in gran segreto e io, in diretta, correvo al buio rischiando continue trappole. Così mi inventai certi innocui scherzetti. Ricevevamo una marea di posta. Sacchi di lettere che era impossibile leggere. Ne pescavamo a caso due o tre con gli argomenti più interessanti. Ma certe volte ne sostituivo qualcuna con altre fatte da me e corredate di reperti clamorosamente apocrifi. Pezzetti di isolante per ferri da stiro spacciati per frammenti di dischi volanti o immagini di oggetti volanti, come per esempio il filtro aria della mia maximoto, lanciato per aria e fotografato. Così gli passavo le patacche e lui fidandosi della mia correttezza (che in quei casi era latitante) le presentava con “segni inequivocabili degli Ufo”. A quel punto io scoprivo le carte. Litigavamo ferocemente e gli ascolti schizzavano alle stelle. A riflettori spenti Eufemio mi mandava regolarmente a quel paese ma poi tutto finiva in una risata da vecchi amici.

Le puntate, oltre 300. andarono avanti sino alla primavera del 1983. Nonostante le forti richieste di portare avanti il programma, le trasmissioni di “Noi e Gli Ufo” non vennero mai più riprese. Cosa portò alla cessazione di un cosi fortunato programma ?
Enzo Buscemi! La trasmissione era, dopo centinaia di puntate, diventata monotona. Io avevo già tentato di cambiarne il “sommario” perche’ gli argomenti – diciamocelo chiaro dr. Pizzo – si ripetevano. Cosi mi spostai sul sociale, allestendo puntate contro la droga, la delinquenza minorile, il maltrattamento degli animali, contro l’alcolismo, ecc. Il mio amico Eufemio insisteva, però, a riprendere il vecchio canovaccio. Cosi decisi di chiudere. Del Buono non si rassegnò. Vincendo la sua ritrosia verso gli aeroplani, volò a Milano dall’allora direttore di Italia 1 (ndr: nel frattempo l’editore Rusconi aveva creato il circuito nazionale Italia 1) e propose di gestire da solo Noi e gli ufo. Gli concessero due puntate di prova, ridotte a 30 minuti ed a rischio di audience. Lui le fece ma gli mancò il dibattito con il sottoscritto che ci aveva lanciato. Gli ascolti crollarono e fu la fine. Da quel giorno in poi, Eufemio del Buono ed io, anche se grandissimi amici, non ci parlammo per anni. Ci siamo rivisti attorno al ‘2000/’2001 dopo il mio trasferimento dal Tg2 alla Rai di Torino. Non facemmo cenno alla turbativa passata. Mi propose una riedizione di Noi e gli Ufo su una emittente satellitare. Ma non accettai. Lo rividi ancora nel 2004, nel suo splendido ristorante allo Zodiaco. Poi, l’ultima volta, a pranzo a casa sua un paio d’anni fa. Era molto sofferente ma battagliero come sempre e con quegli occhi ugualmente penetranti. Parlammo del passato e lui fidando sulla mia complicità finse improbabili progetti futuri. Poi la mattina di qualche mese fa (ndr: il 20 Giugno 2008), la crudele telefonata di un amico comune, mi annunciò la sua scomparsa. Nemmeno allora riuscii a non pensare che fosse andato via, di sua volontà, con i suoi fratelli extraterrestri…

Lei è stato anche direttore del settimanale regionale “Roma Televisiva”. Quale fu la strategia, rivelatasi vincente, che le permise il salto di qualità che le consentì di raggiungere la diffusione nazionale con la testata variata in RTV ?
Altra bella storia dottor Pizzo! Nell’autunno del ’77 Claudio Valentini, direttore di Roma Televisiva mi chiamò a fargli da caporedattore. Ero ancora convalescente per un grave incidente di moto avvenuto pochi mesi prima: viaggiavo con le stampelle e, pensi dottor Pizzo che sulla gamba sinistra avevo avuto 393 punti di sutura, comunque dissi di si. Il giornale era uscito da poco, era fatto alla francescana ma vendeva bene. Con Valentini lavorammo bene fino a quando lui litigò violentemente con il nostro “editore ” personaggio molto sui generis. Valentini si dimise e la direzione fu offerta a me che accettai. Mi trovai in mezzo a una miriade di problemi ma avevo una redazione fantastica. Così in breve cambiai la linea del giornale dandogli un’impronta meno locale, soprattutto in vista di un progetto impegnativo che accarezzavo. Presi contatto con dei colleghi di altri giornali, chi di Berlino, chi di Londra, chi di Madrid, ecc… pubblicando dei servizi molto particolari. Feci rifare completamente la veste grafica, e variai la testata in RTV. Niente altro che l’acronimo di Roma televisiva, ma prima mossa per uscire dai confini laziali. Di lì a poco, misi in moto la manovra nazionale che riuscì permettendoci di sfiorare spesso le 100.000 copie. Ed è a questo punto che il settimanale RTV, sotto la direzione del suo secondo ed ultimo direttore responsabile, il dott. Enzo Buscemi, farà il grande salto e pubblicherà ,oltre al Lazio,ben otto edizioni regionalizzate, tra le principali della penisola italiana (Sicilia, Campania, Toscana, Emilia Romagna, Piemonte, Lombardia,Abruzzo, Liguria ). Purtroppo ulteriori problemi con l’editore, portarono il dott. Buscemi a lasciare la direzione della testata nel marzo del 1979.

Fonte: Intervista realizzata da Paolo Pizzo per “Scelta Tv”- 2 Dicembre 2010

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