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Già nel 2018 si parlava di Insetti e Latte di Scarafaggio

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Era il 30 Maggio 2018 quando, sul quotidiano “Il Mattino”, veniva pubblicato un articolo da inorridire per l’argomento trattato, ossia: il Latte di Scarafaggio.

Noi che siamo dei tradizionalisti dell’arte culinaria italiana “DOC”, respingiamo in ogni modo, anche solo l’idea di questa porcheria.

Dobbiamo tuttavia registrare il fatto che l’idea di propinare all’umanità insetti sotto forma di latte, farine o simil carne stia diventando una cosa veramente ossessiva.

Come al solito si tratta di creare il problema, in questo caso carenza di cibo, per poi accettare le soluzioni preconfezionate dai demoni del WEF e dei governi.

Immaginate qualche testa di legno che magari ci proponga una bella mozzarella o burrata, fatta con il latte di scarafaggio. NON é una faccenda che merita di appendere qualcuno per il collo? SONO  TUTTI  IMPAZZITI!

Ecco di seguito l’articolo apparso ormai oltre quattro anni fa.

“Ancora non si è fatto pace con l’idea che un domani non troppo lontano gli insetti potrebbero essere regolarmente sulle nostre tavole, che una nuova ipotesi – se è possibile, persino più ripugnante – si profila all’orizzonte.
La ricerca infatti non si ferma, anche per andare incontro a un sovraffollamento del pianeta che impone di trovare nuovi equilibri alimentari. E allora, i ricercatori indiani di Stem Cell Biology and Regenerative Medicine hanno scoperto qualcosa che riguarda uno degli animali che procurano più fastidio e repulsione tra tutti: la blatta. Pare infatti che una specie di questa famiglia – la Diploptera punctata, originaria del Pacifico – partorisca come gli umani (e non deponendo le uova) e poi nutra i piccoli con una sostanza che è stata analizzata, fornendo dati interessanti. Questo liquido sarebbe una specie di superfood.

La zoologa Barbara Stay, dell’Università dell’Iowa, ha scoperto che il “latte di scarafaggio” sarebbe una delle sostanze più nutrienti e ricche di calorie al mondo – composta di grassi, zuccheri e proteine. A questi risultati aprivano peraltro la strada quelli di un paio di anni fa, che riscontravano nei cristalli di questo latte riserve energetiche nettamente superiori (di tre volte) a quelle del latte di mucca.

A ogni modo, lo scenario, messa così, appare veramente terrificante: ci si potrebbe immaginare nugoli di blatte da “mungere” in qualche maniera, e poi bicchieri colmi di questo liquido estratto dall’odiato animale. Ma non andrebbe esattamente così, perché il latte verrebbe in realtà prodotto in laboratorio: l’idea sarebbe quella di isolare il gene della proteina, e riprodurla in vasche microbiologiche.

A onor del vero, la cosa seguita a avere qualcosa di decisamente poco allettante – vuoi per la blatta, vuoi per la manipolazione in laboratorio –, ma magari un giorno davvero a colazione si berrà un bel bicchiere di latte di scarafaggio.”

Il Mattino.it – 30 Maggio 2018 di Benedetta Palmieri

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2 comments

  1. Ma la domanda è: Come si munge uno scarafaggio?

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