Halloween è la notte magica per eccellenza, non ha origini americane, ma è prettamente una festa europea.
Lo storico Nicholas Rogers, ricercando le origini di Halloween, nota che alcuni studiosi hanno rintracciato le sue origini nella festa romana dedicata a Pomona – dea dei frutti e dei semi – o nella festa dei morti chiamata Parentalia. Altre ricerche invece fanno risalire la tradizione di festeggiare la vigilia di Ognissanti (in inglese All Hallows’ Eve Day, che è stato poi contratto in Halloween) ad origini britanniche e più precisamente celtiche. Rimane comunque il fatto che Halloween viene festeggiata anche in Italia ormai da anni.
Per i Celti, che si basavano principalmente sull’agricoltura per la sopravvivenza, l’anno nuovo iniziava il 1° novembre e nella notte del 31 Ottobre si festeggiava Samhain, ovvero la fine dell’estate, in cui i mortali ringraziavano gli spiriti per i raccolti estivi.
A quei tempi era infatti credenza comune, che quella notte, il mondo dei vivi si avvicinasse a quello degli spiriti tanto da permettere a questi di tornare sulla terra.
Da qui, discese l’uso di lasciare davanti alle porte delle abitazioni dei dolcetti, in modo da ingraziarsi le anime dei defunti, o di appendere lanterne ricavate nelle zucche, le famose jack-o-lantern, per guidarne il cammino.
Durante il Medioevo, una pratica popolare per Ognissanti era la preparazione della “soul cake” (torta dell’anima): si trattava di un semplice dolce fatto di pane con una decorazione di uva sultanina o ribes.
Nella tradizione chiamata “souling”, i bamibini andavano di porta in porta chiedendo un pezzo di torta, proprio come nel trick-or-treat moderno, cioè del “dolcetto o scherzetto“, che ogni 31 ottobre fa spostare di casa in casa migliaia di bambini vogliosi di dolci e altre leccornie.
Per ogni fetta di torta ottenuta, ciascun bambino doveva recitare una preghiera per l’anima di un parente defunto, o per un parente di chi aveva dato loro la torta in questione.
Le preghiere dei bambini dovevano servire alle anime dei defunti per trovare l’uscita dal purgatorio e arrivare così al paradiso.
La leggenda di “Jack-o’-Lantern”
La zucca intagliata che rappresenta l’icona fondamentale della festa di Halloween però, pochi sanno a cosa si riferisce esattamente. Per trovare una spiegazione, bisogna risalire a una vecchia leggenda della tradizione irlandese, quella che parla di un uomo di nome Jack.
Jack era un fabbro astuto, avaro e ubriacone, una sera al pub incontrò il diavolo. A causa del suo stato d’ebbrezza, la sua anima era quasi nelle mani del demonio, ma astutamente Jack chiese al demonio di trasformarsi in una moneta, promettendogli la sua anima in cambio di un’ultima bevuta. Jack mise poi rapidamente il diavolo (la moneta) nel suo borsello, accanto ad una croce d’argento, cosicché il demonio non potesse ritrasformarsi. Per farsi liberare il diavolo gli promise che non si sarebbe preso la sua anima nei successivi dieci anni e Jack lo lasciò andare.
Dieci anni più tardi, il diavolo si presentò nuovamente e questa volta Jack gli chiese di raccogliere una mela da un albero prima di prendersi la sua anima. Al fine di impedire che il diavolo discendesse dal ramo, il furbo Jack incise una croce sul tronco. Soltanto dopo un lungo battibecco i due giunsero ad un compromesso: in cambio della libertà, il diavolo avrebbe dovuto risparmiare la dannazione eterna a Jack.
Durante la propria vita Jack commise però così tanti peccati che, quando morì, fu rifiutato dal Paradiso e presentatosi all’Inferno, venne scacciato dal diavolo che gli ricordò il patto, ben felice di lasciarlo errare come un’anima tormentata. All’osservazione che fosse freddo e buio, il diavolo gli tirò un tizzone ardente, che Jack posizionò all’interno di una rapa intagliata che aveva con sè. (la rapa fu sostituita in America con la zucca). Cominciò, così, da quel momento a vagare senza tregua alla ricerca di un luogo in cui riposarsi.