Il caso Ilaria Salis? Legge e buonsenso non hanno casa nel PD - Italiador
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Il caso Ilaria Salis? Legge e buonsenso non hanno casa nel PD

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CONSIDERAZIONE
Il seguente articolo pubblicato su Libero Quotidiano lo dedichiamo agli elettori boccaloni che hanno votato alle Europee 2024. In Italia dopo 18 giorni dalle elezioni aspettiamo ancora i dati definitivi, la megera Von der Leyen avrà il suo secondo mandato a capo dell’Europa, l’Italia continuerà a farsi comandare dalla UE, dai sionisti, dall’Elìte, dagli USA, dalla NATO, dall’OMS e saremo rappresentati dalla disonorevole pregiudicata Ilaria Salis, che gode per ora dell’immunità parlamentare, pur avendo compiuto il reato PRIMA di essere stata eletta.

Immaginate cosa avrebbero detto, la svizzera Schlein ed i suoi compagni di merenda sinistroidi, se le vittime fossero state comuniste e a picchiare fossero stati quelli di destra? Avrebbero scatenato una campagna all’infinito rispolverando tutti i temi anti fascisti, tutti gli arcinoti slogan, sui partigiani, il diritto alla diversità, etc etc. A noi queste signore/i ci fanno vomitare. Il loro atteggiamento sbilanciato, disonesto e minimamente obiettivo ci procura disagio, per quello che susseguentemente procurerà al nostro Paese. Se in Italia non c’é più legalità come dimostrato dai comunisti e si da spazio ai “furbetti”, assisteremo all’avvio della nuova era del “Far West” dove ci saranno sparatorie ed impiccaggioni.

Questo é quello che vogliono i nostri politici. Coloro che, in barba alla legalità ed alla giustizia, hanno votato per la Salis dovrebbere essere in galera, a fare compagnia alla nuova “disonorevole”. Ma fermiamoci qui, stendiamo poi un pietoso velo anche sull’amorevole papà della Salis, che a nostro avviso, dovrebbe nascordersi per il resto della sua vita, avendo giustificato illogicamente il comportamento della figlia. Ma si sa: “ogni scarrafone é bella a’ mamma soia”, in questo caso: “o Pate soia”. Val. Int.

Libero Quotidiano – 27 Giugno 2024 – Le 176mila preferenze ottenute da Ilaria Salis alle Europee hanno confuso alquanto la sinistra. La maestra è stata candidata da Sinistra e Verdi, e votata, per sottrarla alla giustizia ungherese, che la stava processando in catene. La ribalta pubblica della donna, accusata a Budapest di gravi violenze a danno di estremisti di destra, e perciò santificata dai progressisti come antifascista, ha portato alla luce un curriculum di dubbia legalità della candidata. In particolare, prima dell’arresto all’estero, in patria la Salis ha occupato illegalmente più di un alloggio popolare, facendo resistenza alle forze dell’ordine, rimediando 4 condanne e 29 denunce e, secondo l’Aler, maturando un debito con l’edilizia pubblica di oltre 90mila euro. Tutte cose, a parte la somma che non vuole sborsare, che Ilaria rivendica orgogliosamente, arrivando a dire che «occupare è logorante»; figurarsi lavorare per comprarsi casa.
Per giustificare la loro eletta, Fratoianni e soci hanno iniziato a sostenere che le occupazioni abusive non sono un reato ma un’azione di grande valore sociale. E il Pd, confondendo lo sparuto partito degli occupanti, ovverosia gli elettori della Salis, con la maggioranza degli italiani, il 71% dei quali vive nella casa che si è comprato o ha ereditato, gli è andato subito dietro.

«In Lombardia ci sono 19mila case vuote ma la destra pensa alla Salis» ha tuonato il consigliere regionale Pierfrancesco Majorino, come se il profilo di chi ci rappresenta a Bruxelles non fosse una questione di interesse nazionale. Non c’è molto da stupirsi. D’altronde, Elly Schlein aveva messo nel suo programma per conquistare la segreteria dem l’esproprio delle case private sfitte, ha cercato di candidare Ilaria e ora sta rilanciando l’emergenza abitativa come un cavallo di battaglia della sua politica d’opposizione. Intendiamoci, Libero non intende affatto minimizzare il problema degli alloggi popolari e di garantire una casa dignitosa a chi è in difficoltà. Semplicemente, sosteniamo che questo non può avvenire in barba ai diritti chi la casa se la è comprata o dei cittadini non abbienti ma rispettosi delle leggi che si mettono in graduatoria perché lo stato gli assegni un’abitazione. Giustificare le occupazioni in nome dell’emergenza casa, come fanno Verdi e Sinistra, o perfino il Pd, non è una soluzione ma una pura risposta demagogica che non risolve nulla, tanto meno i problemi di chi aspetta un immobile e se lo vede invadere da qualcuno più prepotente di lui o di chi, allontanatosi dal proprio alloggio per esigenze di forza maggiore, quando torna se lo ritrova occupato da abusivi che nel frattempo hanno cambiato la serratura.

Il problema abitativo delle classi povere si risolve con la ricetta sperimentata dal leader democristiano Amintore Fanfani negli anni Cinquanta, ovverosia costruendo edilizia popolare di qualità eccellente. Questo però Elly Schlein e compagni non lo possono dire, perché la soluzione di buon senso e reale solidarietà va contro il castello ideologico che la sinistra ambientalista e delle zone a traffico limitato ha costruito in tutti questi anni. Anziché badare ai bisogni reali dei cittadini, i dem hanno fatto battaglie contro la cementificazione, denunciato il consumo del suolo pubblico, promosso piani regolatori che impedivano la costruzione di edifici che non fossero extralusso, ultramoderni, totalmente sostenibili, costosissimi, fornito appoggio a tutte le politiche verdi volte a mettere fuori legge la maggior parte degli edifici italiani e la totalità di quelli popolari. Insomma, hanno contribuito a rendere il mercato immobiliare una nicchia per ricchi nei centri delle città e nelle località di pregio o una distesa di mattoni senza più alcun valore nel resto d’Italia, con tanti saluti al ceto medio e a quello piccolo.

Ma certo, piuttosto che farsi paladino di una fattiva politica di edilizia popolare, per il Pd è molto più comodo sposare la causa delle occupazioni abusive, fingendo che siano atti nobili ed eroici, logoranti per chili fa, come direbbe la Salis, anziché una prepotenza fuori legge che inscena una guerra tra poveri dove il più spregiudicato e violento vince sempre. Anziché aiutare a risolvere un problema, meglio dare legittimità politica a chi contribuisce ad aggravarlo, per poi cavalcarlo. Complice del disagio e sfruttatrice dello stesso: Ilaria Salis lo ha fatto a proprio vantaggio, Elly Schlein lo fa nella speranza che il suo partito, dopo aver drenato consenso ai grillini, rubi un po’ di voti a Verdi e Sinistra.

Fonte: LiberoQuotidiano – Pietro Senaldi – 27 Giugno 2024

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