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La Banca Centrale Europea accelera sull’Euro Digitale. La presidente della BCE, Christine Lagarde, ha dichiarato che l’obiettivo è finalizzare i preparativi per la sua introduzione entro Ottobre 2025. Nel giro di pochi mesi i cittadini europei potrebbero ritrovarsi di fronte a una svolta epocale non priva di rischi. Non è un caso che a distanza di appena tre giorni dal suo insediamento Donald Trump ha ufficialmente vietato il varo del dollaro digitale parlando di “pericolo tirannia”. In Cina invece è già realtà lo yuan digitale. Comprendere la natura di questi nuovi strumenti finanziari prima dell’introduzione della moneta unica digitale è essenziale per valutare le implicazioni del cambiamento.
Distinzione tra moneta digitale ed Euro digitale
Qualcuno potrebbe affermare (a ragione) che il denaro digitale esiste già. Possiamo visualizzare il nostro estratto conto online, possiamo fare dei bonifici bancari, possiamo fare shopping con una carta di credito. Molte persone già oggi non utilizzano più il contante ma effettuano solo transazioni e pagamenti digitali. (n.d.r. .. da poveri incoscienti). Dunque quale sarebbe la novità introdotta dall’euro digitale? La risposta per essere compresa necessita di un attimo di attenzione. Il denaro digitale esistente oggi (quello che abbiamo sui nostri conti correnti) non è vero denaro ma una promessa di pagamento delle banche. Questo denaro esiste nei sistemi informativi degli istituti finanziari. L’euro digitale, invece, è una moneta digitale emessa direttamente dalla Banca Centrale Europea, una versione elettronica dell’euro fisico, garantita al 100% dalla Bce senza dipendere da banche private. Il risultato concreto sarebbe quello di passare da un sistema monetario con intermediari (le banche commerciali) a uno gestito direttamente dalla Bce che eliminerebbe il ruolo delle banche nella creazione e gestione del denaro. Questo è proprio quello che ha spiegato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in audizione dalla Camera, dando il via libera al progetto.
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Trump ha ufficialmente vietato il Dollaro digitale
Sul lato opposto ci sono invece gli Stati Uniti. Il neo presidente americano il 23 Gennaio (2025, dunque dopo appena 3 giorni dal suo insediamento) tramite un decreto esecutivo ha ufficialmente vietato la creazione di un dollaro digitale. Tale decisione è stata motivata dalla volontà di proteggere i cittadini dai pericoli di una CBDC, considerata una forma di “tirannia governativa” che potrebbe compromettere la sovranità individuale e la stabilità finanziaria. La posizione di Trump non è isolata ma condivisa anche dal presidente della Federal Reserve, Jerome Powell, che ha assicurato che la Fed non introdurrà una valuta digitale centrale durante il suo mandato, che terminerà nel maggio 2026.
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I rischi per la libertà dei cittadini
I vantaggi sul fronte geopolitico e su quello commerciale (con l’eliminazione delle commissioni nei pagamenti digitali) non sono però “pasti gratuiti” ma hanno un prezzo salato da pagare: esporre i cittadini a rischi potenzialmente devastanti per la propria libertà. Pericoli che giustificano il termine “tirannia governativa” utilizzato da Donald Trump.
La tecnologia dietro l’Euro digitale
L’euro digitale utilizzerà la tecnologia che ha consentito la nascita della criptovalute ovvero la blockchain, con la differenza che mentre bitcoin, ethereum e le altre cripto monete si basano su una blockchain decentralizzata (su una rete informatica che non ha un controllore), la moneta unica europea digitale sarà gestita da una infrastruttura centralizzata, controllata dalla Bce. La tecnologia sottostante l’euro digitale consentirà due operazioni fondamentali che sono l’origine di tutti i rischi connessi con il nuovo strumento monetario: la tracciabilità e la programmabilità.
La tracciabilità di tutte le transazioni
La tracciabilità è abbastanza semplice da comprendere. Il denaro digitale attualmente esistente non ha un codice identificativo ma è anonimo. Ogni euro digitale avrebbe invece un suo codice identificativo (una sorta di targa) e questo implica che la Bce potrebbe tracciare senza problemi tutte le transazioni effettuate con la nuova valuta. Le autorità monetarie europee hanno già fornito rassicurazioni sul rispetto della privacy dei cittadini, ma queste non eliminano però il problema di fondo: potenzialmente i cittadini europei si ritroverebbero in un sistema monetario in cui tutto quello che viene fatto con il denaro è noto a un potere centrale, che avrebbe dunque una sorveglianza totale sulle attività economiche individuali.
La programmazione della moneta
La seconda criticità è addirittura superiore a quella della privacy. La tecnologia sottostante l’euro digitale (la blockchain) consente la programmazione della moneta. Cosa significa? Molto semplicemente che la nuova moneta potrebbe nascere con delle caratteristiche particolari stabilite a priori dalla Bce. Due casi concreti possono aiutare a capire questo punto. Potrebbe essere creato denaro digitale con una scadenza programmata che costringe gli utenti a spendere i fondi entro un determinato periodo. Questo potrebbe ridurre la capacità di risparmio e dunque essere uno strumento di politica economica utile agli Stati per stimolare l’economia nei momenti di crisi, ovviamente a scapito della libertà dei cittadini. Altro caso: potrebbero essere imposte restrizioni sugli acquisti. Le autorità monetarie potrebbero cioè creare denaro che ha delle limitazioni su come e dove può essere speso. Per esempio lo Stato potrebbe decidere di impedire/vietare l’acquisto di determinati beni o servizi non conformi a determinati principi sociali o morali. La lista dei modi in cui il denaro digitale può essere programmato potrebbe proseguire, ma il concetto di fondo dovrebbe essere già chiaro: l’autorità monetaria (e dunque lo Stato) può imporre delle restrizioni alla libertà finanziaria dei cittadini.
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Fonte: Tiscali – Michael Pontrelli- 26 Marzo 2025