La Giornalista Busi torna alla ribalta per le sue "dimissioni" del 2010 - Italiador
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La Giornalista Busi torna alla ribalta per le sue “dimissioni” del 2010

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Ve la ricordate Maria Luisa Busi? La splendida e brava giornalista ? Il 21 maggio 2010, in conseguenza dei persistenti contrasti con la linea editoriale, Maria Luisa Busi richiedeva di essere sollevata dalla conduzione del TG1 delle ore 20.

Maria Luisa Busi compilò la lettera in tre cartelle e mezzo e la affisse alla bacheca della redazione. Destinatari della missiva erano l’allora direttore Augusto Minzolini, il direttore generale Rai Mauro Masi, il presidente dell’azienda Paolo Garimberti e il responsabile delle risorse umane Luciano Flussi.

“Questa è la lettera di dimissioni di Maria Luisa Busi, TG1, inviata al direttore, il 21 05 2010″.

“Caro direttore,
ti chiedo di essere sollevata dalla mansione di conduttrice dell’edizione delle 20 del TG1, essendosi determinata una situazione che non mi consente di svolgere questo compito senza pregiudizio per le mie convinzioni professionali. Questa è per me una scelta difficile, ma obbligata. Considero la linea editoriale una sorta di dirottamento, a causa del quale il TG1 rischia di schiantarsi contro una definitiva perdita di credibilità nei confronti dei telespettatori.

Dov’è il Paese reale? Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari? E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori che si tolgono la vita? Dov’è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell’Italia esiste. Ma il TG1 l’ha eliminata. Anche io compro la carta igienica per mia figlia in una scuola pubblica, ma la sera, nel Tg diamo spazio solo ai ministri che presentano il nuovo grande progetto per la digitalizzazione della scuola, compreso di lavagna interattiva multimediale”.

Oggi l’informazione del TG1 è un’informazione parziale e di parte. Dov’è il Paese reale? Dove sono le donne della vita reale? Quelle che devono aspettare mesi per una mammografia, se non possono pagarla? Quelle coi salari peggiori d’Europa, quelle che fanno fatica ogni giorno ad andare avanti perché negli asili nido non c’è posto per tutti i nostri figli? Devono farsi levare il sangue e morire per avere l’onore di un nostro titolo.

E dove sono le donne e gli uomini che hanno perso il lavoro? Un milione di persone, dietro alle quali ci sono le loro famiglie. Dove sono i giovani, per la prima volta con un futuro peggiore dei padri? E i quarantenni ancora precari, a 800 euro al mese, che non possono comprare neanche un divano, figuriamoci mettere al mondo un figlio? E dove sono i cassaintegrati dell’Alitalia? Che fine hanno fatto?

E le centinaia di aziende che chiudono e gli imprenditori del nord est che si tolgono la vita perchè falliti? Dov’è questa Italia che abbiamo il dovere di raccontare? Quell’Italia esiste. Ma il TG1 l’ha eliminata […]
Caro direttore, credo che occorra maggiore rispetto. Per le notizie, per il pubblico, per la verità.

Quello che nutro per la storia del TG1, per la mia azienda, mi porta a questa decisione. Il rispetto per i telespettatori, nostri unici referenti. Dovremmo ricordarlo sempre. Anche tu ne avresti il dovere.
Maria Luisa Busi

I tempi cambiano, ma 11 anni dopo, lo schifo rimane lo stesso !

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3 comments

  1. vuoi sapere dove sono tutte quelle persone ? te lo dico io dove sono:
    i cassaintegrati alitalia sono sempre li dopo venti anni di cassaintegrazione ci sono persone che sono andate in pensione senza mai lavorare un giorno, pagati dallo stato. i precari a 800 euro il mese si sono messi a casa e si prendono la stessa cifra senza nemmeno scomodarsi ad alzarsi la mattina con il reddito di cittadinanza, se poi ti metti a lavorare in nero qualcosa di sostanzioso tiri su. e dove sei stata tu per oltre dieci anni, quale coraggio hai avuto ? di toglierti dalla conduzione del tg1 ma non mi risulta tu ti sia dimessa dalla rai che ti faceva tanto schifo….in fondo una buona decina d’anni strapagata senza fare sostanzialmente nulla te li sei fatti…magari adesso puoi andare in pensione…. forse era il caso di dare piu spazio a quei progetti di digitalizzazione che ti urtavano tanto…forse adesso saremmo un paese appena piu moderno anche se mai come i nostri vicini europei. …. busi busi….dietro il bel faccino nulla…..

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    • È una cosa tipicamente italiana, tutti gran parolai, nessuno rinuncia al denaro, alla bella posizione di lavoro, lo sport nazionale é fare folosofia a discapito delle classi deboli e delle persone che onestamente cercano di guadagnare per la sopravvivenza. I punto é che se non torniamo alla legalità e meritocrazia, siamo finiti come popolo. Abbiamo troppo disonesti e corrotti.

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  2. Edoardo Fumagalli

    Certo che me la ricordo, non solo per la sua bellezza. Ora uomini e donne come lei,con le “palle”, sono sempre di meno nei luoghi chiave. Meglio i medio-man di “non dire mai” memoria.

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