L’occasione per lanciare l’ultima delle sue idee è stato il Meeting di Comunione e Liberazione a Rimini. Per fare cassa e trovare fondi per il bilancio dello Stato il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, propone “la privatizzazione dei porti“.
Una sparata immediatamente criticata e contestata dalle opposizioni e dai sindacati. Ma il ministro degli Esteri non demorde e, giorni dopo, in un’intervista a La Stampa rilancia dicendosi pronto a valutare “anche un disegno di legge” per liberalizzare i porti italiani. Ed esponendo la sua idea, con non poca confusione, parla di “Authority spa” con una “quota di garanzia da parte della Cassa Depositi e Prestiti” e “i privati tra gli azionisti“. Poi però sottolinea di fare riferimento solo a “concessioni“. Una proposta tanto ingarbugliata che per Tajani arriva l’invito dei sindacati “a studiare attentamente la legge dei porti”.
Ma l’idea del forzista rischia di creare un nuovo scontro con l’altro vicepremier del governo Meloni, titolare – tra l’altro – proprio del ministero delle Infrastrutture e Trasporti. La privatizzazione dei porti “non è nell’agenda del governo“, taglia corto Matteo Salvini cestinando la proposta dell’alleato. Si apre così un nuovo fronte di scontro tra i due vicepremier dopo quello dei primi di luglio con la chiusura di Tajani alle alleanze in Europa con l’ultradestra di Le Pen e Afd e la dura replica di Salvini: “Non accettiamo veti sui nostri alleati”.
[omissis]
Fonte: IlFattoQuotidiano – 26 Agosto 2023
Il degno erede politico di Silvio Berlusconi, Antonio Tajani, non ha perso occasione per dimostrare la sua totale incapacità nel gestire la cosa pubblica.
È cosa nota che gli Italiani siano stati lobotomizzati e che non riescano più ad esprimere capacità imprenditoriale e creativa di una volta, grazie alle miopi decisioni dei nostri politici.
Ed é cosa ancora più evidente che quando i politici sono delle mezze calzette, siano a costretti di pensare ai privati per tentare di ottenere risultati che loro non riescono ad ottenere. È come se un falegname si rivolgesse ad un altro falegname per realizzare un mobile … scusa ma se non sei in grado di fare il tuo lavoro, cambia mestiere.
Le coste italiane sono già in mano alla criminalità organizzata, avendo ottenuto le concessioni delle spiagge, ma secondo Tajani, evidentemente non basta, vuole affidare ai privati pure i porti.
Ma una delle più grandi risorse sono proprio i porti che attualmente son mal gestiti e poco sfruttati. Un esempio eclatante é il porto di Ostia che per decoro e funzionalità é durato pochi anni e manco a dirlo era gestito da un privato, intrallazzato ovviamente con un potente politico della sinistra, appassionato di vela.
Il Porto di Ostia, una volta un gioielletto, é sempre stato circondato da palazzine comunali mezze diroccate, esteticamente squallide e soprattutto mal frequentate. Insomma era una perla in mezzo alla rumenta.
Immaginate uno yacht super lusso di 70 metri che arriva a Ostia Porto pensando di godere della vicinanza di Roma a 17 Km, la comodità di un aeroporto internazionale a 6 Km, gli importanti scavi di Ostia Antica, ed invece trova nelle immediate vicinanze la totale bruttezza da terzo mondo. Ma chi resisterebbe un solo giorno in un contesto di tal guisa? Potenziale sprecato, immagine turistica da cancellare.
Questo é solo un esempio del connubio politica italiana e concessione ai privati. NON é questa la soluzione per rilanciare le nostre coste. Abbiamo bisogno di politici che abbiano lavorato sul serio e concretamente e che sappiano qualcosa della vita reale e non teorici del “caiser”. Tajani? È solo un politicante e a nostro avviso della peggioere specie.