A poco più di un mese dal colpo di Stato in Niger, la storia si ripete. Anche in Gabon, altra ex colonia francese, i militari hanno annunciato “la fine del regime di Ali Bongo”, la cui famiglia, oltre a essere un riferimento politico per la Francia (che ha sempre mantenuto una salda presenza militare nel Paese), é al governo dal 1967. (Gabon Omar Bongo, 42 anni, dal 1967 al 2009, più 14 anni, dal 2009 al 2023, il figlio Alì Bongo)
Considerato stabile, anche perché tra i Paesi più autoritari al mondo, il Gabon, con le sue ingenti riserve minerarie, forestali, di gas e petrolio, resta uno degli Stati africani più poveri e con un altissimo tasso di emigrazione verso l’Europa.
Un gruppo di militari del Gabon ha annunciato quindi l’annullamento delle elezioni del 26 Agosto u.s. e lo scioglimento di “tutte le istituzioni della Repubblica” del paese dell’Africa centrale, poco dopo l’annuncio della rielezione per un terzo mandato per presidente Ali Bongo Ondimba.
Con un comunicato stampa, letto sul canale televisivo statale Gabon 24, i militari hanno detto che dopo aver constatato “un governo irresponsabile e imprevedibile, che provoca un continuo deterioramento della coesione sociale e che rischia di portare il Paese nel caos, abbiamo deciso di difendere la pace ponendo fine all’attuale regime”, intervenendo a nome del Comitato per la transizione e il ripristino delle istituzioni. Successivamente, il Comitato ha anche annunciato la “chiusura delle frontiere fino a nuovo ordine” ed ha imposto il coprifuoco.
Messo agli arresti domiciliari, Ali Bongo Ondimba ha confermato di trovarsi nella sua residenza, ma di non sapere cosa stia succedendo.
L’ex presidente del Gabon, Omar Bongo, padre di Alì, ha 70 conti bancari, 39 appartamenti, 2 Ferrari, 6 Mercedes Benz, 3 Porsche e una Bugatti in Francia.
E intanto il generale Brice Oligui Nguema, capo della Guardia Repubblicana del Gabon, la guardia pretoriana del deposto presidente Bongo, è stato portato in trionfo da centinaia di soldati poche ore dopo il colpo di Stato, al grido di “Oligui presidente”
La Francia “condanna ovviamente il colpo di Stato militare in corso” in Gabon e “ribadisce il suo auspicio che il risultato dell’elezione possa essere rispettato”
Il gruppo francese Eramet che sta spremendo da decenni il Gabon attraverso le sue filiali é specializzata nell’estrazione del manganese, un minerale di cui Eramet è il secondo produttore mondiale di alta qualità, e la Setrag, che gestisce la linea ferroviaria che collega la costa atlantica al sud-est del Paese ricco di minerali passando attraverso la foresta equatoriale del Gabon. L’azienda trasporta minerali e passeggeri per oltre 650 km.
“L’Italia invece, anzichè di preoccuparsi delle sue cose, continua a essere impegnata per una soluzione diplomatica della crisi in Niger e anche della più recente in Gabon, lavorando in stretto coordinamento con i partner” (ndr … i francesi?), lo ha affermato il ministro degli Esteri e vicepremier Antonio Tajani, il “grande statista” che in una nota della Farnesina, sostiene che “è fondamentale che i Paesi europei mantengano una piena unità d’intenti nella ricerca di una via d’uscita pacifica che assicuri pace e stabilità all’intera regione del Sahel, lavorando d’intesa coi partner regionali”.
30 Agosto 2023
Considerazione
Qualcuno vuole capire che é tempo di lasciare libera l’Africa e di farla progredire democraticamente in maniera indipendente? La Francia in primis deve smetterla di sfruttare questi paesi, si rimbocchi le maniche ed inizi a lavorare con le proprie forze, capacità e risorse. Stop manie di grandezza.