L’Arca di Gabriele: Una storia incredibile che pochi conoscono - Italiador
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L’Arca di Gabriele: Una storia incredibile che pochi conoscono

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Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente articolo che narra di un evento misterioso ed alquanto intrigante che riteniamo assai verosimile. Il nostro scopo é quello di porre in primo piano un fatto estremamente importante, se fosse totalmente vero, ed indurre il Lettore ad effettuare le opportune ricerche finalizzate a stabilire la veridicità della storia. Italiador

Ecco la storia: Nel 2015 è stata ritrovata sotto la Mecca la gemella dell’Arca dell’Alleanza, che sarebbe stata donata dall’Arcangelo Gabriele a Maometto, in concomitanza con la rivelazione del Corano. Si cercò di rimuoverla e successe il finimondo, ci furono migliaia di morti. Solo in seguito, con gli opportuni riti, si riuscì a spostarla e fu portata in sicurezza in Antartide. Questo in sintesi, ma procediamo con ordine. L’arca dell’Alleanza di cui parla la Bibbia sappiamo tutti cos’è: quel contenitore pesante con un coperchio in oro massiccio raffigurante due cherubini, che conteneva le tavole dei comandamenti ricevute da Mosè sul monte Sinai. Era un oggetto molto particolare perché emetteva una fonte di energia e poteva essere toccata e trasportata esclusivamente da sacerdoti particolari che sapevano come maneggiarla, chiunque altro la toccasse anche inavvertitamente, veniva fulminato. La stessa Bibbia ci menziona di qualcosa simile a raggi, di energie, addirittura qualcosa di simile a fulmini globulari che si scatenavano da questo contenitore e colpivano delle persone. Le tracce dell’arca dell’alleanza poi si perdono in concomitanza con la distruzione del tempio di Gerusalemme.

E qui ci possiamo riallacciare a due fatti molto misteriosi. Uno successo nel 4° secolo d.c. e uno che è successo pochissimi anni fa, nel 2015. Nel primo caso l’imperatore Giuliano che tentò di ripristinare antiche tradizioni, aveva deciso, anche per tentare di tenersi buone le popolazioni dell’area palestinese, di riedificare il tempio distrutto di Gerusalemme. Bene, mentre gli operai erano impegnati a sgomberare le macerie per poi gettare le fondamenta del nuovo- e questa cosa è narrata dalle cronache del tempo- all’improvviso si sprigionarono da sottoterra delle sfere infuocate che come impazzite colpirono tutti gli operai del cantiere uccidendoli. Tutto intorno ci fu un fuggi fuggi generale, scapparono tutti e fu deciso dalle autorità romane di non proseguire i lavori. Questo ci fa pensare, visto i parallelismi con la Bibbia, che l’Arca dell’Alleanza fosse ancora custodita sotto le macerie del tempio, magari in una cella sotterranea.

Incredibilmente qualcosa di molto simile è successo in Arabia Saudita, alla Mecca, nel 2015. Una tradizione islamica ci parla di quella che può essere considerata la gemella dell’Arca dell’Alleanza: l’Arca di Gabriele, ovvero un qualcosa descritto in modo molto simile, un contenitore d’oro che emanava una fonte di energia, che sarebbe stato donato dall’Arcangelo Gabriele – Jibril in arabo – a Maometto, in concomitanza con la rivelazione del Corano, sempre da parte dello stesso Gabriele. Di questo oggetto di potere si erano perse le tracce. La stessa tradizione religiosa islamica sapeva che era conservato alla Mecca, ma non era più stato trovato. Ebbene nel 2015, un’equipe di archeologi scavando nei sotterranei della Mecca, lo trovò. Aprirono una camera segreta e in una nicchia del muro trovarono questo oggetto. Appena tentarono di rimuoverlo si scatenò il finimondo. Da questo oggetto sono partiti dei raggi, anche in questo caso come dei fulmini globulari, che hanno ucciso tutti. Ma non soltanto i tecnici e gli archeologi che stavano lavorando allo scavo, hanno ucciso anche diversi pellegrini che erano al piano superiore nella moschea.

Alcuni mesi dopo, con qualche precauzione in più, tentarono nuovamente di rimuovere quest’arca per trasportarla fuori dal sotterraneo e successe qualcosa di ancora peggio. Questa volta l’arca fu ancora più cattiva e morirono non solo quelli che tentarono di rimuoverla, ma addirittura al livello del suolo ci furono circa 4000 morti fra i pellegrini che in quel giorno affollavano la Mecca. E il cielo della Mecca, in una giornata soleggiata estiva, è stato completamente inondato di fulmini, fulmini violacei, ed esistono le fotografie che lo provano.
L’incidente venne fatto passare dalle autorità saudite, per come venne detto ufficialmente ai giornali, che queste persone erano morte per la calca, per l’affollamento, insomma cercarono di arrampicarsi sugli specchi per tentare di nascondere l’episodio. È tutto documentato, si può vedere nei giornali dell’epoca, settembre 2015, o su internet (ma riportano solo 770 morti).

Lì ebbe inizio una vicenda molto particolare perché le autorità saudite si rivolsero ai Russi per mettere a posto le cose, non perché i Russi avessero delle tecnologie particolari per mettere in sicurezza questo oggetto, ma perché ce li aveva incredibilmente la Chiesa Ortodossa Russa. La Chiesa Ortodossa Russa infatti era in possesso, e lo è tutt’ora, di un manoscritto che nel 12° secolo d.c., quando ci fu la malaugurata crociata che devastò Costantinopoli, che venne messo in sicurezza e trasportato in Russia. Un manoscritto che conteneva le istruzioni date dallo stesso Arcangelo Gabriele a Maometto per poter utilizzare l’arca. La chiesa Ortodossa, in collaborazione con gli scienziati dell’Accademia delle Scienze della Russia, riuscì alla fine a prelevare questo oggetto e trasportarlo per metterlo in sicurezza ….. in Antartide.

Tutta la procedura comunque non fu semplice. La cronaca dei tempi scrisse di viaggi di patriarca ortodossi che portarono manoscritti in Antartide. In concomitanza Putin era alla ricerca di una fonte di energia molto particolare proprio nei ghiacci dell’Antartide e altri strani viaggi in Antartide di personalità importanti.
Vediamo i particolari. L’arca fu rimossa, questa volta senza conseguenze e portata a Gedda, sulla costa saudita e caricata su una nave russa che, scortata da un’intera flotta militare, raggiunse l’Antartide. Lì poi, non si sono limitati a nascondere in profondità questo manufatto, ma hanno celebrato un vero e proprio rito alla presenza di autorità islamiche, autorità ortodosse e vari altri personaggi, in cui sono riusciti, applicando le istruzioni contenute in questo manoscritto che è stato messo a disposizione del Patriarca Kirill, anche lui presente quella volta in Antartide, e grazie anche ad un altro manoscritto che il Patriarca Kirill avrebbe ricevuto da Papa Bergoglio. Ricevuto quando? Durante il loro incontro a Cuba, in quell’incontro molto misterioso di cui non è mai trapelato quello di cui hanno veramente discusso, hanno dato solo delle spiegazioni di circostanza. Pare che Bergoglio abbia accettato di mettere a disposizione del Patriarcato di Mosca un particolare manoscritto che è sempre stato custodito negli archivi vaticani, che avrebbe dato le istruzioni complementari. Praticamente questi due manoscritti hanno permesso che quell’oggetto di potere venisse inertizzato compiendo un rituale assimilabile ad alta magia. Sembra fantascienza, ma è quello che effettivamente là è successo. In Antartide i misteri sono tanti.

Fonte: PrimordialismoVisionario – Ester Levi – 26 Febbraio 2023

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