Partiamo da un presupposto: dobbiamo comprendere che nella vita non controlliamo assolutamente nulla se non le nostre risposte e le nostre interpretazioni. Non abbiamo voce in capitolo sugli avvenimenti esterni e nemmeno sui comportamenti altrui. Possiamo provare ad influenzarli ma non riusciremo mai a determinarli pienamente.
Accettare questo significa comprendere che la qualità della vita dipende in larga misura da quel contesto interiore che appunto regola risposte, interpretazioni, atteggiamenti e auto-dialogo.
Per lavorare su se stessi occorre partire da un’analisi obiettiva e per quanto possibile distaccata di chi siamo. Per fare questo è molto utile ad esempio lo strumento del diario, che permette delle riflessioni meno impulsive su di noi e sugli altri. Si procede come uno scultore che osserva il materiale da cui deve emergere la sua opera e decide su cosa lavorare e come.
Potremmo notare che ci manca autostima, oppure coraggio o ancora fiducia e così andremo a costruire un percorso che porta ad un loro rafforzamento. Allo stesso modo se ci mancano addominali ci metteremo a dieta o se ci manca conoscenza ci metteremo a studiare.
Scopri le tue opportunità di miglioramento
La cosa difficile è non cadere nella trappola del disfattismo, della critica generalizzata, del considerare un difetto o una carenza qualcosa di irrimediabile e di unico. Tutti hanno pregi e difetti e questi ultimi sono in fondo una formidabile opportunità di miglioramento.
Ma attenzione: i problemi ricorrenti ritornano a segnalarci le cose se noi non abbiamo lavorato abbastanza. [Omissis…]
Fonte: Metodo Ongaro – Filippo Ongaro – Gennaio 2018