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L’ex sindaco di Riace, Domenico Lucano, condannato a 13 anni

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Domenico Lucano, detto Mimmo (Melito di Porto Salvo, 31 maggio 1958), è un politico e attivista italiano. Tre volte sindaco di Riace, è divenuto celebre per il suo approccio nella gestione dei rifugiati politici e immigrati in genere, nel contesto della crisi europea dei migranti. Circa 450 tra rifugiati e immigrati si sono stabiliti nel piccolo villaggio ionico accanto ai suoi 1800 abitanti.

Diplomato perito, si sposa e ha due figli, ma si separa nel 2016. Ora vive con la sua nuova compagna Lemlem Teshfahun.

Il primo luglio 1998 insieme ad altri riacesi accoglie alcuni curdi che sbarcano sulle coste di Riace ed inizia a interessarsi alle modalità di accoglienza.
Sindaco di Riace per tre mandati ed appartenente alla sinistra italiana:

1º mandato (2004-2009)
2º mandato (2009-2014)
3º mandato (2014-2018)

Nell’ottobre 2017 il sindaco Lucano è iscritto tra gli indagati dalla Procura di Locri in merito alla gestione del sistema dell’accoglienza: i reati contestati sono truffa aggravata per il conseguimento di erogazioni pubbliche ai danni dello Stato e dell’Unione europea, concussione e abuso d’ufficio.

Il 2 ottobre 2018, a conclusione dell’operazione Xenia, viene messo agli arresti domiciliari con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (per aver progettato nel 2017 di far ottenere la cittadinanza italiana ad una donna nigeriana senza permesso di soggiorno attraverso un matrimonio combinato, ma poi non avvenuto) e illeciti nell’affidamento diretto del servizio di raccolta dei rifiuti urbani a due cooperative locali che impiegavano migranti (il giudice dichiara però infondate le accuse di concussione, truffa allo stato e abuso d’ufficio). In particolare, secondo il prefetto, la gestione dei fondi era stata superficiale, ma non era sopravvenuto alcun illecito da essa.

Rimangono le accuse di aver collaborato per fare un matrimonio combinato per far ottenere il permesso ad una donna nigeriana di rimanere a Riace e di aver forzato la procedura per assegnare la gestione rifiuti di Riace alle cooperative Ecoriace e Aquilone. Il prefetto lo sospende da Sindaco.

L’11 aprile 2019 Lucano viene rinviato a giudizio per abuso d’ufficio e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Il 12 aprile 2019 viene iscritto nel registro degli indagati insieme ad altre nove persone per truffa e falso in relazione alla gestione dei migranti a Riace.

Nel dicembre 2019 riceve un ulteriore avviso di garanzia per il rilascio di una carta d’identità ad una giovane madre eritrea e al figlio neonato privi di permesso di soggiorno e un ulteriore avviso di garanzia per aver attestato la conformità di tre appartamenti assegnati a migranti, ma in realtà privi di certificati di collaudo statico e di abitabilità.

Il 30 settembre 2021, il Tribunale di Locri lo ha condannato, in primo grado, alla pena di 13 anni e 2 mesi di reclusione.

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2 comments

  1. MI SEMBRA GIUSTO…NON SI POSSONO ACCOGLIERE TUTTI QUELLI CHE SBARCANO IN ITALIA…QUESTO COMPORTAMENTO INDECENTE CONTINUA …E SPERO CHE CHI LO HA FAVORITO VENGA A SUO TEMPO…PROCESSATO

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    • A noi sembra normale favorire prima il benessere degli Italiani (contribuenti) e a seguire chi ha veramente bisogno (NO furbetti, NO impostori, NO finti perseguitati). Crediamo sia giusto aiutarli nel loro paese, insegnando loro come organizzarsi e fornendo strumenti per lo sviluppo locale. NON possiamo permetterci di regalare a fondo perduto le nostre ricchezze, guadagnate meritatamente. BASTA con gli SPECULATORI POLITICI e loro AMICI.

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