Secondo mandato per Emmanuel Macron, di nuovo presidente della Repubblica Francese. Macron, colui che ha gestito la finta pandemia con il braccio di ferro e l’illegalità come in Italia rimarrà altri cinque anni al potere.
La sinistra e l’Europa tirano un sospiro di sollievo, perché le azioni criminali possono proseguire impunite, il rischio del crollo dell’Europa per ora é sventato e si può proseguire con il disegno scellerato.
Ieri sera ai piedi della Tour Eiffel alle 20 il volto di Emmanuel Macron appare sul grande schermo, nello stesso istante in cui appare nelle case dei francesi, sui siti di mezza Europa.
Eppure, le bandierine tricolori che sventolano sui prati del Champ-de-Mars non hanno l’aria della festa, non c’è il clima di vittoria. Non c’è nemmeno il clima di solennità e di una certa meraviglia di cinque anni fa, quando Macron, più giovane presidente della République, attraversava a passi lenti il cortile del Louvre.
È eletto nono presidente con circa il 58,4 per cento dei voti, Marine le Pen si ferma al 41,6 ma ben al di sotto del 66 per cento che lo portò all’Eliseo il 7 maggio del 2017.
Per Marine Le Pen, la delusione di non aver rotto l’incantesimo, ma la soddisfazione di aver portata la destra a un livello mai così alto in Francia.
Il sollievo e la paura per lo scampato pericolo, si sentivano ieri nel tremolio della voce del ministro della Giustizia, Eric Dupont Moretti, in prima fila sotto la Tour Eiffel con altri membri del governo: «Abbiamo sventato il rischio che la Francia cadesse nelle mani dell’estrema destra».
(n.d.r. peccato che la Francia rimanga nelle mani dei “criminali” che cercheranno di portare a compimento il Piano del Grande Reset se non saranno fermati.)
Ma che strano che nessuno ha letto i numeri. Sempre meno sono le persone che vanno a votare, ma quando si deve votare un presidente, i voti spuntato come funghi. Strano, o?
Si grande astensionismo e si parla già di brogli. Stanno girando in rete immagini di schede con il nome di Le Pen “invalidate”. Adesso vedremo come reagiranno i francesi alle finte promesse di cambiamento fatte da Macron (ovvero Brigitte)