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Meglio essere analogici o digitali ?

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Molti anni fa mio fratello, che non amava molto la tecnologia ed i computer, diceva: “una volta che sei entrato in un database non ne esci più !” Certo era un pioniere della contro informazione, in quel tempo forse criticabile, oggi non più. Tutti i giorni leggiamo sui giornali circa la costante violazione della privacy e la sempre più facile diffusione di dati personali e riservati.
Già con la diffusione dei FAX, molte aziende in special modo americane, praticavano spionaggio industriale per aggiudicarsi gare internazionali dai grandi profitti.
Noi comuni cittadini, a seguito della legge sulla privacy, avremmo dovuto essere maggiormente garantiti, invece è avvenuto esattamente il contrario, siamo costantemente tormentati da messaggi sms, email spam o telefonate da agenzie di telemarketing, per servizi non richiesti e non desiderati, siamo tormentati in qualità di potenziali consumatori e le classi deboli sono il bersaglio preferito.
Il CEO di una notissima multinazionale, disse allo stesso fratello: “Voi (persone comuni) siete dei numeri, siete come formiche, dovete solo consumare” naturalmente aggiungo io, a beneficio del loro profitto.
Le grandi aziende del web, hanno fondato il loro business sulla vendita di informazioni a nostra insaputa, traggono grandi profitti vendendo dati, che ci riguardano, a società, enti governativi e servizi segreti, che con la scusa dell’antiterrorismo, ci controllano anche il numero di respiri che emettiamo. Essi conoscono ogni cosa e noi stupidamente siamo ben lieti di mettere in rete tutto e di più, per vanità personale, egocentrismo o per noia. Veniamo singolarmente profilati ed i dati sensibili,  quali ad esempio: i conti bancari, le nostre proprietà, viaggi effettuati, gusti personali, abitudini sessuali, acquisti, stato di salute, gruppo sanguigno, DNA, impronte digitali, parametri biometrici, amici, conoscenti, parenti etc etc. vengono meticolosamente raccolti.
Sarebbe “meraviglioso” usufruire di servizi più efficienti grazie alla tecnologia, ci faciliterebbe la vita,  ….. SE ….. non dovessimo fare i conti con la poca onestà dell’umanità e dei gruppi di potere che tutto vogliono controllare.
Ultimamente si è sentito parlare addirittura di microchip da inserire sotto pelle, proprio come si fa oggigiorno obbligatoriamente per i cani, brevettati gìà negli anni ’50 e ’60. Lo scopo ufficiale sarebbe quello di rendere più facile e veloce lo scambio di informazioni tra cittadini ed apparati dello stato, utilizzabile ad esempio per varcare una frontiera aeroportuale, per pagare gli acquisti, per velocizzare una diagnosi o determinare una cura.
A questo punto la prima domanda d’obbligo è: ma possiamo fidarci di governi, multinazionali e singoli individui che pensano solo al loro profitto ?
In sud america ed in altri paesi si è sentito parlare di prelievo di organi umani all’insaputa del soggetto interessato. Persone che hanno subito l’asportazione di un rene per poi essere abbandonate in strada moribonde, il tutto finalizzato ad alimentare il mercato nero del trapianto di organi. Allora è ipotizzabile che magari con una ”magnifica e funzionale” applicazione o tramite un social network, in un immediato futuro, qualcuno ricerchi on-line un donatore che corrisponda a determinati requisiti e che viva nel raggio di alcuni chilometri e trovi un ignaro e “volenteroso” donatore. Potrebbe sembrare fantascienza e se così non fosse ? e se le persone che giornalmente spariscono alimentassero proprio questo mercato, ad esempio ? e se la tecnologia e la digitalizzazione aiutasse in maniera esponenziale proprio queste logiche di sopraffazione ed illegalità ? cosa potremmo fare per difenderci ? Noi comuni mortali siamo abbondantemente esposti, siamo presenti nei database di stato, delle multinazionali e dei social network “ Allora la domanda finale, alla luce del crescente egoismo e crescente desiderio di denaro e sopraffazione, è:  MEGLIO  ESSERE  ANALOGICI  O  DIGITALI?

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