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Napoli, una destinazione turistica tutta da scoprire.

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Castel dell’Ovo – Napoli


Si erge imponente sull’antico Isolotto di Megaride: la storia di  Castel dell’Ovo e la leggenda da cui ha preso il nome.
Castel dell’Ovo è il castello più antico di Napoli. Sorge maestoso nel golfo della città, sull’isolotto di Megaride, e custodisce attorno a sé le leggende più fantasiose. Tra queste la più conosciuta è senz’altro quella dell’origine del suo nome.

Leggenda vuole, infatti, che Castel dell’Ovo fosse stato chiamato così per l’uovo che il poeta Virgilio avrebbe nascosto nelle segrete del maniero. Da quell’uovo dipenderebbe sia il destino del castello che quello della città. La sua rottura avrebbe portato grandi sciagure al popolo napoletano.

In epoca romana il complesso era conosciuto come Castrum Lucullanum e faceva parte delle proprietà del patrizio Licinio Lucullo. Dal V secolo vi si stabilirono i monaci benedettini creando uno scriptorium, ma il loro insediamento durò poco.

Nel 1140 Castel dell’Ovo divenne la dimora del re normanno Ruggero II; nel 1222, sotto il dominio svevo, fu sede del tesoro reale.

Fu proprio Federico II di Svevia ad apportare importanti migliorie al castello. Fece costruire la torre di Colleville, di Maestra e di Mezzo.

Con Carlo d’Angiò il maniero divenne nuovamente residenza reale ed è proprio in quegli anni che viene chiamato “Castrum Ovi incantati”.

Sotto il regno borbonico il Castel dell’Ovo venne utilizzato principalmente come base militare e prigione. Al suo interno furono rinchiusi anche personaggi illustri tra cui il filosofo Tommaso Campanella e il liberale Francesco de Sanctis.

All’inizio del 900 l’isolotto di Megaride e il castello divennero un luogo di ritrovo per artisti. Risalgono a quel periodo, infatti, i “Café Chantants“, in pieno stile belle epoque. Tra questi i più celebri furono “Eldorado” e “Santa Lucia”. I caffè ospitavano spettacoli di varietà sulla scia di quelli francesi e concerti di musica napoletana. Molti personaggi celebri, come Edoardo Scarfoglio, Salvatore Di Giacomo e Roberto Bracco, amavano intrattenersi al loro interno.

Fonte: NapoliZon – Alessia Aiello – 27 Marzo 2020

 

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