Tutto cominciò con un beep il 4 ottobre del 1957 il suono emesso dal satellite sovietico Sputnik, orbitante fra i 300 e i 949 chilometri dalla Terra, regalò agli americani uno dei più brutti risvegli della loro storia: l’occhio spia comunista, una barzelletta fino a poche settimane prima, ora sorvolava indisturbato ogni cosa, con l’implicita capacità di poter colpire tutto. D’un tratto, gli Stati Uniti si accorsero di essere sull’orlo dell’abisso. Ancora più grave, nessuno sapeva come contrapporsi.
Dopo diversi fallimenti del progetto missilistico Vanguard, il governo unì sforzi e risorse di Marina ed Esercito in una nuova agenzia federale per le attività spaziali civili, connotazione, quest’ultima, voluta personalmente da Eisenhower: il 29 luglio 1958 nella Nasa confluirono 8mila impiegati, 100 milioni di dollari di finanziamento annuale e alcuni settori di ricerca delle forze armate, fra cui il gruppo guidato dal barone Wernher von Braun, il padre dei razzi V2 nazisti e futuro capostipite del programma spaziale americano.
Alan Shepard, il primo americano oltre l’atmosfera, fu lanciato nello spazio il 5 maggio del ’61. Rimase oltre l’atmosfera per 15 minuti, in una traiettoria suborbitale che portò lui e la sua navicella, la Freedom 7, a 187 chilometri dalla Terra.
Fu l’amico e rivale John Glenn, il 20 febbraio del ’62, il primo statunitense a compiere un’orbita intera, come Jurij Gagarin aveva fatto un anno prima.
Da quel momento tutto ebbe inizio, per il programma spaziale americano. Ma esattamente, cosa iniziò? …..