Ostia, caro-ombrelloni. E tornano i “fagottari” - Italiador
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Ostia, caro-ombrelloni. E tornano i “fagottari”

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La colonnina di mercurio che marca i 35 gradi e la fuga al mare che si trasforma in una “stangata” ogni fine settimana. Ma nonostante il caro-ombrellone, i romani non rinunciano alla giornata in spiaggia: borse frigo, thermos e il pranzo portato da casa. È la ricetta anti-crisi di chi non vuole spendere un capitale per sdraio e lettini. (ndr ombrellone e due lettini per la giornata anche 100 Euro). E sui lidi di Ostia tornano a essere protagonisti i “fagottari”. (ndr “Fagottari” é la brutta definizione dispregiativa che si riferisce a chi vuole godere il mare e la spiaggia, che é di tutti, ma che non ha la disponibilità economica per pagare lo stabilimento).  Figura mitica delle spiagge nostrane, nata negli anni ’50 con i primi ruggiti del turismo di massa, i fagottari sono ritornati a popolare il litorale. L’estate low-cost dei romani passa dai porta-pranzo colorati, dall’ombrellone sotto al braccio e dai frigoriferi portatili riempiti di ghiaccio e bevande. Immancabile il cocomero, ma non nascosto sotto la sabbia come avveniva nelle commedie di Aldo Fabrizi e Ave Ninchi stile “Famiglia Passaguai” o “Domenica d’Agosto”: «Si, al cocomero non rinunciamo – dice Amelia, 45 anni dalla Prenestina – è già tagliato e pronto nelle vaschette. La nostra giornata al mare prevede solo la spesa della benzina, sul resto portiamo tutto da casa. Anche il caffè».

EFFETTI DELLA CRISI
Un fenomeno che da queste parti non è mai scomparso del tutto, ma che è tornato prepotentemente di moda. Effetti della crisi e conseguenza dei listini degli stabilimenti “a cinque stelle” di Ostia. Secondo i dati forniti da Federbalneari, un romano su tre usufruisce del “pranzo a sacco” fai da te. «È un fenomeno in aumento – dice Massimo Muzzarelli, presidente Federbalneari Roma – che sta tornando a livelli di molti anni fa, sollecitato anche dall’assenza dei servizi sulle spiagge libere. Da alcuni, questo fenomeno è visto con connotazione negativa, ma non è così. Anzi, in qualche modo favorisce anche i negozi di prossimità. Chi arriva con i mezzi pubblici, per esempio, magari tende a spendere nei negozi all’uscita dalle stazioni della Roma-Lido». Il problema delle spiagge libere di Ostia resta irrisolto. All’ex Amanusa, la sabbia non è stata vagliata nè pulita: «Ci sono anche le cicche di sigaretta – si lamenta Marco di Acilia – per non parlare dell’assenza di tutto. Non c’è nemmeno un chiosco dove poter prendere una bottiglia d’acqua. Eppure questo è il mare della Capitale d’Italia. Insalata di riso e cotolette, l’abbinata perfetta per il pasto “vista mare”. Ma non solo. «Noi abbiamo portato farro e verdure grigliate – dicono Silvia e Marco – preferiamo tenerci leggeri, non mangiamo molto». Stessa situazione per altri arenili liberi del centro cittadino che, oltre al degrado, registrano i problemi di sempre. (ndr il degrado é voluto proprio per favorire gli stabilimenti che peraltro tengono le spiagge sporche per tutto l’autunno e l’inverno). Problema principale resta la viabilità: dai parcheggiatori abusivi lungo la via Litoranea alla sosta selvaggia. Con tanto di auto lasciate sulle dune della macchia mediterranea. «Senza parlare del traffico – ammette un altro bagnante – abbiamo impiegato quasi tre ore stamattina per arrivare in spiaggia. La Colombo era bloccata e sul lungomare si procedeva a passo d’uomo».

LA TENDENZA
Nonostante le criticità di ogni estate, aumentano le richieste per fare di Ostia la meta di villeggiatura dei romani. Sono sempre di più le persone che dal cuore della Capitale cercano gli affitti brevi – da due settimane al mese intero – per trascorrere le vacanze al Lido: «Per un mese spendiamo intorno ai duemila euro – sottolinea Francesca – però poi abbiamo tutto. Passiamo qui la nostra vacanze con il mare a due passi». Anche questo un altro modo per risparmiare nell’estate low-cost dei romani.

Fonte: IlMessaggero – Mirko Polisano – 21 Luglio 2024

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