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Paola Taverna (M5S) e la proposta indecente

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Una ripulita ed una poltrona in parlamento NON si nega a nessuno, figuriamoci ad una ambiziosa rampante che viene da una borgata romana.

Il fatto si complica quando la signora in questione, diventa vicepresidente del Senato della Repubblica dal 28 marzo 2018 e dal 21 ottobre 2021 vicepresidente del Movimento 5 Stelle.

Una volta il M5S “sputava” sul PD con cui non avrebbe mai condiviso nulla, ora si “baciano sulla bocca”. La taverna scaltra, quanto un tantinello volgare, ama fare del populismo stile compagnucci e l’ultima boutade riguarda i molti cittadini impossibilitati a ad accedere ai seggi per le votazioni referendarie ed amministrative del 12 giugno u.s.

Taverna, forse imbeccata da qualcuno, se ne esce con una mega proposta: “mettiamo il voto elettronico”.

Dimenticando le due recenti frodi elettorali, più clamorose degli ultimi tempi, in USA e in Francia proprio grazie al voto elettronico.

Che dire? La saggezza ed il buon senso sono finiti, ma d’altronde cosa dobbiamo aspettarci da una persona che come i suoi colleghi, cambia direzione come cambia il vento?

Paola Taverna (Roma, 2 marzo 1969) è una politica italiana, vicepresidente del Senato della Repubblica dal 28 marzo 2018. Dal 21 ottobre 2021 è vicepresidente del Movimento 5 Stelle, assieme a Mario Turco, Michele Gubitosa, Alessandra Todde e Riccardo Ricciardi, ma con le funzioni di vicaria, sotto Giuseppe Conte.

Nata a Roma nella borgata di Torre Maura, dov’è tuttora residente e vive, in una famiglia, a detta sua, con “modeste capacità economiche” ed ha due sorelle. Si è diplomata in perito aziendale ed è corrispondente in lingue estere presso l’Istituto Pietro e Marie Curie.

All’età di 17 anni perde il padre nell’arco di 48 ore, lavorando inizialmente come segretaria in uno studio legale, quindi in uno studio di arti grafiche, ed infine per 13 anni, dal 2000 al 2013, presso un poliambulatorio di analisi cliniche.

Nell’ottobre 2019 ha conseguito la laurea triennale in Scienze politiche all’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” con 108/110, discutendo una tesi sul reddito di cittadinanza e il salario minimo.

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2 comments

  1. Edoardo Fumagalli

    Sono al governo e non sanno governare…. hahahaha

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    • In generale quando qualcuno non sa gestire una cosa, la cambia pensando di aver risolto il problema. È solo incapacità

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