Ray Charles, 20 anni dalla sua scomparsa - Italiador
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Ray Charles, 20 anni dalla sua scomparsa

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Ray Charles, “The Genius”, come è stato soprannominato, era nato il 23 settembre del 1930 ad Albany, in Georgia. Un’infanzia difficile, la cecità e una vita movimentata hanno accompagnato una voce unica che lo ha reso immortale.

Ray Charles, genio immortale della musica, il 10 giugno 2004  muore diventando una leggenda immortale. Nato ad Albany, in Georgia, durante l’infanzia deve fare a meno del padre e vede morire il suo fratello minore per un incidente domestico. Completamente cieco dall’età di 6 anni, si trasferisce con la madre in Florida, dove entra in contatto con la musica. Alla morte della madre va a vivere a Jacksonville, Orlando e Tampa e suona il piano per alcune band.

In questo periodo inizia a usare gli occhiali, poi divenuti iconici, creati da Billy Stickles. Si trasferisce a Seattle e incide i primi dischi. La sua prima registrazione fu il singolo “I Love You, I Love You (I Will Never Let You Go)”, contenuta poi nel suo primo album “Confession Blues” del 1949. Il suo primo pezzo a entrare nelle classifiche è stato Baby, “Let Me Hold Your Hand” nel 1951.

Si ispira agli apripista della musica Soul e R&B  Nat King Cole e Charles Brown. Nei primi anni ’50 firma un contratto con la Atlantic Records e inizia a pubblicare canzoni come “It Should Have Been Me” e “Mess Around”, ma il successo arriva con “I Got a Woman”, scritta con Renald Richard.

Nel 1959 con “What I’d Say” riesce a ottenere popolarità anche nell’ambiente della musica pop.

Dal 1963 al 1967 pubblica brani di successo come “Busted”, “Take these Chains from My Heart” e “Here We Go Again”. Inizia a cantare con gli artisti più famosi dell’epoca come Dionne Warwick e altri. Contribuisce in maniera determinante alla diffusione della musica soul.

Nel 1965 viene arrestato per la terza volta, per possesso di eroina. Evita la prigione riuscendo a disintossicarsi in una clinica di Los Angeles: durante la libertà vigilata lancia il singolo “Crying Time” con cui vince il Grammy Award per la miglior performance maschile R&B nel 1967.

Dalla fine degli anni Sessanta e per buona parte del decennio successivo, Charles vive grandi successi ma anche alcuni momenti meno positivi. Il suo brano “Georgia on My Mind”, nel 1979, viene adottato dall’Assemblea generale della Georgia come canzone simbolo di riconciliazione dopo i conflitti sui diritti civili.

Dagli anni ’80 parte alla conquista delle generazioni più giovani. Nel 1980 appare in “The Blues Brothes”. Nel 1985 partecipa alla registrazione di “We Are The World”, brano inciso a scopo benefico da USA for Africa. E prende parte anche ad alcuni spot pubblicitari divenuti molto famosi.

Ormai è una star internazionale, con collaborazioni in tutto il mondo. In Italia, ad esempio, accetta l’invito di Zucchero Fornaciari per cantare nel tour dell’album “Oro, Incenso e Birra”.

Dalla fine degli anni ’80 all’inizio dei ’90, Charles appare anche in vari show televisivi, tra cui il Super Dave Osborne Show. Nel 1990 sul palco del Festival di Sanremo esegue una sua versione del brano “Gli amori” di Toto Cutugno (“Good Love Gone Bad”).

Il successo continua e sempre nel 1990 con Chaka Khan viene incluso nella canzone di Quincy Jones “I’ll Be Good to You”, tratto dall’album “Back on the Block”. Nel 1999 Charles introdusse Billy Joel nella Rock And Roll Hall Of Fame. Nel 2001 torna a collaborare con Zucchero nell’album “Shake”.

Non solo la sua carriera musicale è stata movimentata, ma anche la sua vita sentimentale. Per il cantante due mogli e 12 figli da 7 donne diverse. Ray Charles si sposa la prima volta nel 1951 con Eileen Williams, ma la relazione dura solo pochi mesi. Sposa in seconde nozze Beatrice Della Howard, dalla quale avrà tre bambini.

Amato da diversi presidenti degli Stati Uniti, Charles ha partecipato a due inaugurazioni presidenziali. Nel 1985 si esibisce per la riconferma di Ronald Reagan e nel 1993 ha cantato per celebrare la vittoria di Bill Clinton.

Oltre alla musica, Charles aveva anche altre passioni, come quella per gli scacchi. Come attore, oltre alla partecipazione in The Blues Brothers, recita anche nel 2003 nel film di Clint Eastwood “Piano Blues”

Negli ultimi anni della sua vita la sua salute peggiora e il 10 giugno 2004 si spegne a Beverly Hills, in California, all’età di 73 anni, per le complicazioni di una malattia al fegato.

Fonte: Tg24Sky

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