La trattativa con Google è avviata. Roma come Rio de Janeiro e Israele: i dati di “Big G” aiuteranno a sbrogliare il traffico negli incroci dall’imbottigliamento facile, croce (e zero delizia) per gli automobilisti, soprattutto all’ora di punta.
Ieri la giunta Gualtieri (Partito Democratico) ha acceso la luce verde al progetto dei semafori intelligenti: con una memoria, il Campidoglio ha dato mandato alla sua controllata “Roma Servizi per la Mobilità” di «avviare azioni volte all’ottimizzazione dei cicli semaforici per migliorare la viabilità, la sicurezza stradale e ridurre l’inquinamento».
Formalmente si passerà da una call, per ingaggiare «enti di ricerca e operatori di mercato» in possesso di «studi basati sui dati di traffico e mobilità». Studi che saranno «ceduti gratuitamente». In pole, si diceva, c’è Google.
I rappresentanti italiani del colosso di Mountain View a novembre, come svelato dal Messaggero, hanno spedito un dossier all’assessore ai Trasporti di Gualtieri, Eugenio Patané, per raccontare come «l’intelligenza artificiale possa migliorare l’efficienza dei semafori».
In sostanza, sfruttando i satelliti, si darebbe una sforbiciata al minutaggio degli ingorghi, meno tempi morti in coda, ma anche alla spesa per il carburante. Nel report arrivato a Palazzo Senatorio c’è scritto che le nuove tecnologie sono in grado di «prevedere le condizioni del traffico e fare in modo che i semafori si alternino nel momento migliore, ottenendo come risultato una riduzione del 10-20% del consumo di carburante e dei ritardi agli incroci».
Il progetto è già stato sperimentato in Israele, sta per debuttare in Brasile. E Google cerca un paio di città anche nello Stivale: «In Italia potrebbero essere Roma e Milano».
Il Campidoglio è interessato, ma naturalmente tocca seguire la trafila burocratica. Ecco perché ora l’agenzia della Mobilità comunale lancerà una call, aperta a tutti. Ma in pole, dato il predominio mondiale nel settore, c’è appunto “Big G”, che si è già fatto avanti. L’opposizione, soprattutto FdI, ha polemizzato, ipotizzando problemi di privacy.
Ecco perché ieri Patané ha precisato che tutte le «informazioni sarebbero integrate con quelle sulle configurazioni degli impianti semaforici gestiti da Roma Servizi per la Mobilità per conto dell’amministrazione capitolina». I tecnici del dipartimento Trasporti hanno già discusso dell’operazione. Si dovrebbe partire da 3 incroci particolarmente congestionati: piazzale Appio, il Porto Fluviale e probabilmente la Colombo.
I tempi? L’idea è di partire per giugno (2022). Poi, dopo 2 mesi di test, grazie ai dati rilevati dal satellite si capirà come migliorare l’impatto sulla viabilità dell’Urbe, che nel 2020 ha conquistato lo sciagurato record di città più imbottigliata del mondo dopo Bogotà. «Lo studio dei flussi – conclude Patané – può essere di grande aiuto per trovare soluzioni per decongestionare il traffico in particolari punti critici e per ridurre le emissioni inquinanti».
Fonte: Il Messaggero
n.d.r. Ci mancava pure questo, affidare agli americani di Google la gestione degli incroci di Roma, della serie SE io sono incapace allora il lavoro lo faccio fare ad altri. Pensavamo di aver toccato il fondo con la gestione del sindaco M5S Raggi, ma il sindaco Gualtieri (Partito Democratico) é sulla buona strada per fare pure peggio.
Stanno demolendo il sistema pubblico. Quindi il diritto e la costituzione. Stanno facendo anche in fretta, con i traditori nei posti chiave. Chissà se prima o poi, anche loro verranno smaltiti come la patumiera, una volta che no servono più