Sam Parnia: "Ho studiato la morte per 30 anni. Ora sono convinto che sia reversibile" - Italiador
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Sam Parnia: “Ho studiato la morte per 30 anni. Ora sono convinto che sia reversibile”

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“Ho studiato la morte per 30 anni. Ora sono convinto che sia reversibile” Mentre pubblica un libro sull’estensione della vita, il ricercatore di spicco Sam Parnia spiega perché la resurrezione non è più fantascienza.

Cancro, malattie cardiache, diabete… nominate la maggior parte delle patologie più gravi e il trattamento odierno è cambiato radicalmente rispetto ai decenni passati. Tranne una: la morte. Ma, secondo Sam Parnia, professore associato di medicina al Langone Medical Center della New York University, “ciò che crediamo della morte è fondamentalmente sbagliato”. Non è la fine, dice, ma uno “stato reversibile”. I 30 anni di ricerca di Parnia su dove finisce la vita e inizia la morte lo hanno reso un importante resurrezionista, con un desiderio fondamentale di cambiare il modo in cui vediamo entrambi. Descrive le sue scoperte in Lucid Dying: un libro che traccia prove convincenti del fatto che resuscitare i morti non è così difficile come potremmo pensare e la sua ricerca su cosa accade quando la coscienza svanisce.

Parnia, che è britannico e si è formato al Guy’s and St Thomas’ di Londra, è arrivato a considerare una linea piatta su un ECG (elettrocardiogramma) priva di significato. “Si può invertire la morte, e non è solo un desiderio, è la realtà”, dice il 52enne. “Le persone pensavano che non si potesse mai andare oltre i confini [del volo], figuriamoci oltre l’atmosfera della Terra. E se ci credevi sempre, allora non ci avresti mai provato”. La morte, aggiunge, soffre di una pessima pubblicità. “Se rimuoviamo quell’etichetta sociale che ci fa pensare che tutto si fermi e la guardiamo in modo obiettivo, è fondamentalmente un processo di lesione”, che, secondo lui, può essere curato. La ricerca prodotta negli ultimi cinque anni ha chiarito che la nostra idea di morte è “semplicemente una convenzione sociale che non è conforme alle realtà scientifiche”. [Omissis…]

Fonte: The Telegraph – Charlotte Lytton – 27 Agosto 2024

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2 comments

  1. Il problema dell’esistenza non è morire ma vivere in un mondo dove l’idiozia è la regola, la guerra è il gioco dei poveri di mente, la pietà è sconosciuta ai più, ed i pervertiti stanno prendendo il sopravvento grazie all’ignavia di tutti.

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