Simbologia precisa o casualità? - Italiador
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Simbologia precisa o casualità?

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Abbiamo constatato ultimamente come apparentemente ci siano nel mondo delle “strane” coincidenze, come ad esempio il “club dell’occhio nero”, i fanatici delle corna, coloro che indossano scarpe rosse etc etc, naturalmente a beneficio dei “fuck checkers” diciamo subito che si tratta di “pure coincidenze”.

Ma SE non fossero coincidenze, quale potrebbe essere il significato nascosto!?

 

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5 comments

  1. Gaetano Barbella

    I menzionati elaborati grafici e relative interpretazioni, del genere, (cancellato)
    StoriaNascosta L’Aiglòn, fra storia e mistero, riguardano il mondo della COSTOLA mancante all’uomo, il mondo della MORTE.
    Ed ecco il modo per vincerla, cioè di riottenerla come fu per quel “piccolo diavolo” del film, Giuditta con Mina.

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  2. Gaetano Barbella

    Ma caro Admin è una cosa che ho continuamente fatto sin dal 1997. Non si ricorda che le avevo messo a parte di ciò che lei mi propone di fare, con dei commenti al post “Il marchio della bestia ? 3.000 svedesi con il chip sottopelle” di Italiador?
    Le avevo suggerito di leggere una delle miei tante simbologie espresse in elaborati grafici e relative interpretazioni, per certi versi “coincidenze significative” junghiane, non diverse da quella del film “Il piccolo diavolo” di Benigni. Mi riferisco a (cancellato)
    StoriaNascosta > L’Aiglòn, fra storia e mistero.
    In quanto poi a “renderle più accessibili ai non addetti ai lavori” è necessario che siano gli “addetti ai lavori” a farne pubblicità, cosa che fino ad oggi non è avvenuto. Ma forse non era ancora il tempo per farlo. Ma con la mia SINTESI matematica in atto in quest’epoca nevralgica può essere il giusto tempo.

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  3. Gaetano Barbella

    Altra striscia bianca per una “costola mancante”, quella della storia di una giovane poverella di Viterbo che nacque senza costola. Sarebbe morta di li a poco secondo la scienza, ma visse fino a 18 anni per rivoluzionare il maleandare della vita in quel tempo nella sua città non senza quella ecclesiale. Voleva diventare suora ma non le fu permesso dalla Chiesa perché era povera, e allora la giovane Rosa, così si chiamava, disse: “Non mi volete da viva, mi vorrete da morta”, decidendo di andare per le vie a predicare il Vangelo da sola. Ed ecco il mistero sepolto in questa frase che è tutta racchiusa in quella “costola mancante”. Non ci si chiede perché il destino volle questo? Poteva farne a meno, ma il RAGGIO DELL’AMORE volle così per far rendere consapevole nel mondo la conoscenza della MORTE che la Costola rappresentava nell’uomo, uno SCUDO che non ha mai più avuto e che da allora è la Donna a possederlo… Si spiega così la “doppia voce” di Giuditta unito nell’interiorità con Nina. Uno degli innumerevoli fili della casualità per intessere la tela della vita.

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    • Complimenti Lei é un grande “analista ed osservatore”. Interpretazioni di simbologie e metafore le sono molto familiari, sarebbe utile renderle più accessibili ai non addetti ai lavori.

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  4. Gaetano Barbella

    Essenziale è il RAGGIO DELL’AMORE che è il jolly al posto del LIBERO ARBITRIO, non ne ha bisogno. E allora può capitare che avvengano delle “strane coincidenze” che il psicanalista Jung cataloga nella sua “sincronicità” come “significative”. Di qui il tema si sposta per confrontarsi con il noto film del 1988 “Il piccolo diavolo”, diretto da Roberto Benigni, ed interpretato dallo stesso attore toscano insieme a Walter Matthau.
    Tutto si fa strada per l’amico diavolo, l’interprete Giuditta (Roberto Benigni) su una una scia di impronte di vernice fresca bianca utilizzata dagli operai (gli operatori dell’Amore) per ritinteggiare delle strisce pedonali. La sua curiosità, dopo alcune deviazioni, gli permette di conoscere Nina che aveva vista di sfuggita ancor prima. Ed ecco che la vita di Giuditta cambia, rimane stregato dopo aver scoperto che sotto la gonna ha qualcosa di misterioso, diverso da quello che vede su se stesso. Questa scena è fondamentale nel film per risolvere la vita di Giuditta, e farlo canticchiare alla fine con una “doppia voce”. Pura alchimia della “remora” dell’amore che vince la focosa “salamandra” del “libero arbitrio” per un meraviglioso “Rebis” che lo riporta sulla preconizzata Striscia bianca, l’Albedo, la primavera. Che dire dei “fuck checkers”? Siano benedetti perché sono sempre le “stranezze” a farci prendere coscienza del mistero dietro le apparenze vanamente manipolate dal “libero arbitrio”. Allora non è indispensabile viene da chiederci? Ma se non ci fosse sarebbe come solo così com’era Adamo al suo nascere nel giardino edenico. Perciò tutto merito di una “costola”.

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