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Stop Senatori a Vita, primo via libera da Palazzo Madama

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Sì dell’Aula che vota a favore dell’articolo del ddl Casellati che sopprime l’istituto dei senatori a vita: ok con 94 voti. Resta viva invece la parte relativa al conferimento della carica agli ex capi di Stato

Via libera in Senato all’art.1 del ddl Casellati. A favore dell’articolo che sopprime l’istituto dei senatori a vita si sono registrati 94 voti.

Cosa dice l’Art.1 del ddl Casellati
L’Art. 1 del ddl Casellati, appena approvato dall’Aula del Senato, recita ‘Il secondo comma dell’articolo 59 della Costituzione è abrogato’. Nel merito, quindi, viene cassata la seguente norma: “Il Presidente della Repubblica può nominare senatori a vita cittadini che hanno illustrato la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario. Il numero complessivo dei senatori in carica nominati dal Presidente della Repubblica non può in alcun caso essere superiore a cinque”.

Resta viva invece la parte relativa al conferimento della carica agli ex capi di Stato. “E’ senatore di diritto e a vita, salvo rinunzia, chi è stato Presidente della Repubblica”, è previsto infatti nel primo comma.

Fonte: ADNKronos – 29 Maggio 2024

CONSIDERAZIONE

L’art.59 della Costituzione italiana affida al presidente della Repubblica la possibilità di nominare come senatori a vita i “cittadini che hanno dato lustro la Patria per altissimi meriti nel campo sociale, scientifico, artistico e letterario”. A questi – che possono essere al massimo cinque – si aggiungono gli ex capi di Stato ancora in vita, che diventano senatori a vita di diritto. Attualmente, la carica è ricoperta da sei persone: Mario Monti, Elena Cattaneo, Renzo Piano, Carlo Rubbia e Liliana Segre e Giorgio Napolitano fino allo scorso anno.

Lo stipendio dei Senatori a Vita
Oltre al loro potere interventistico negli equilibri di voto al Senato, i senatori a vita sono stati in questi anni oggetto di critiche soprattutto per via del loro stipendio che, per definizione, hanno diritto a ricevere fino alla fine della loro esistenza e indipendentemente dall’esito delle elezioni politiche.

Lo stipendio dei senatori a vita, va detto, non è di certo trascurabile, essendo questo pari a quello di qualsiasi altro senatore che è stato eletto dal popolo. Ecco dunque che ogni senatore a vita ha uno stipendio lordo di 17.600 euro al mese che, al netto di ritenute fiscali, previdenziali e assistenziali, si aggira intorno 12.500 euro netti al mese. In questa cifra, circa 5mila vengono riconosciuti a titolo di indennità. Va aggiunto, inoltre, che vi sono dei tagli a questo stipendio se il senatore a vita (così come quelli eletti) non partecipa almeno al 30 per cento delle sedute in aula. In caso di superamento della soglia di assenteismo consentito, dallo stipendio parlamentare viene tagliata la diaria di 3.500 euro. Questa somma, infatti, viene attribuita in partenza per consentire al senatore di prendere parte alle sedute a Roma (soggiorno e viaggio).

Per quale motivo dobbiamo pagare questi parassiti non eletti dal popolo? Se lostato vuole riconoscere particolari meriti, dia loro una medaglietta al merito, una bella cerimonia con tanto di buffet e via fuori dai maroni senza spendere soldi dei contribuenti. BASTA PRIVILEGI NON MERITATI. Val. In. 

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