Comincia con l’effetto suspense che si riserva all’evolversi di situazioni ricche di drammaticità e dall’esito incerto, il racconto di quel tranquillo week end di paura durante il quale la presidentessa della Commissione aveva lavorato al telefono per ottenere il consenso dei partner sulla più ampia e punitiva serie di sanzioni finanziarie ed economiche mai applicate a un avversario.
Non c’era tempo, il nemico con la sua potenza diabolica poteva intralciare il piano messo a punto dalle forze del Bene, quando Ursula prese una delle sue tante decisioni storiche, come quando accettò in nome della tenuta dell’allenza di far sedere il suo culo secco sullo scomodo strapuntino del dittatore sanguinario.
I due compagni di banco, Von der Leyen e Draghi, mettono a punto il piano per congelare gran parte dei 643 miliardi di dollari di riserve in valuta estera di Mosca, dichiarando la loro guerra finanziaria alla Russia spingendo il rublo alla «caduta libera» e avviando una fase speciale di economia bellica contrassegnata dalla «militarizzazione delle finanze», una scelta che i leader europei hanno affidato “al generale e alla generalessa più capaci”.
Anche per Ursula von der Leyen è arrivato il momento magico, quando ha abbandonato l’etichetta per assumere i panni dell’indomita guerriera per recarsi a rendere omaggio al leader martire ucraino, truccata alla perfezione e senza il kaki di prammatica ma in civettuole tonalità pastello, anche se lo spirito era quanto mai bellicoso.
Chi l’avrebbe detto che quella casalinga sciocchina tirata via dalle cure di sette figli e di un marito faccendiere nel business medico dalla Merkel, si sarebbe poi rivelata come la sacerdotessa delle guerre interne ed esterne alle quali sacrificare beni, indipendenza regionale e popoli, salvo i suoi rampolli che come da tradizione potranno goderne in qualità di imboscati eccellenti.
Di lei sappiamo che dopo almeno quattro infruttuosi tentativi di accaparrarsi una laurea in svariate materie affini alla tradizione familiare, approda agli studi di medicina dove si laurea con una tesi che le costa l’accusa di plagio, poi perduta nei corridoi del gossip insieme a quelle recenti riguardanti scambi di messaggini non sorprendenti con l’amministratore delegato di Pfizer.
E d’altra parte è comprensibile che Albert Bourla appartenesse alla sua cerchia di relazioni domestiche: il marito di Ursula, è non a caso Heiko von der Leyen, dal 2020 direttore medico della società biofarmaceutica americana Orgenesis Inc., specializzata nello sviluppo di terapie cellulari e geniche, che l’avrà ben consigliata sull’acquisto azzardato di milioni su milioni di dosi di sieri sperimentali, un approvvigionamento che se non la scalziamo dalla poltrona non omaggiata a dovere da Erdogan, proseguirà indefinitamente grazie alla profezia lanciata urbi et orbi che “siamo entrati nel secolo delle pandemie”.
Ma non è l’unico settore di interesse della baronessa, scelta anche dai nostri 5 stelle perché impersonava l’ochetta inoffensiva – è un male senza frontiere sottovalutare i cretini. La lobby estrattiva e nucleare conta sulle sue azioni arruffone e scriteriate e sull’obbedienza di paesi sottomessi come il nostro che si propone di costruire sulle coste sarde tre nuovi rigassificatori pronti a servire altro approvvigionamento quello del gas liquefatto da scisti bituminosi (ambientalmente insostenibile) proveniente dagli USA, il cui costo è passato dai 15 a oltre 100 euro, o sfruttando centrali a carbone, in realtà mai chiuse come nel caso dell’Italia dove ne sono già in funzione 7 su 8.
Se proprio vogliono farci credere che dobbiamo aderire a una lotta del Bene contro il Male, allora cominciamo togliendo di torno questa coppia di furfanti diabolici come sanno esserlo i mediocri con i loro interessi miserabili e le loro ambizioni indegne.
I soldi congelati, servono alla Germania per avere il gas. Il rublo, al contrario si rafforzerà, in quanto, sia la Cina che l’india (e non solo), hanno concordato miliardi e miliardi di m3 per le loro aziende e popolazioni. Quindi sia gli USA che la EU, o si adeguano, oppure saltano. Ma a questo punto la germani (non l’Italia dei pecorai) si sfilerà. A breve vedrete se non è così.