4 Settembre 2022 – Zelensky chiama, Von der Leyen risponde.
Ma intanto i cittadini europei non vengono ascoltati dai loro capi di governo e dalla Commissione europea.
Poco importa se saranno proprio i popoli del ‘Vecchio Continente’ a dover pagare il prezzo e subire le decisioni “boomerang” dei vertici europei.
E così basta una telefonata tra la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky per decidere la linea politica che dovrà tenere l’Unione in tema di relazioni estere, economia e difesa.
Lo rende noto su Twitter proprio Zelensky affermando che “si è discusso dell’assegnazione della prossima tranche di aiuti macro finanziari dell’Ue il prima possibile“.
Inoltre si è sottolineata “la necessità di preparare l’ottavo pacchetto di sanzioni, compreso il divieto di rilasciare visti ai cittadini russi”.
Stando a quanto dichiarato dal presidente ucraino, nella telefonata si sono coordinate ” le misure per limitare i profitti della Russia dalla vendita di petrolio e gas”.
PRESSIONI FUORI DALLA PRASSI DEMOCRATICA
Sembra tutto normale prassi, ma in realtà non lo è.
Gli stati membri dell’Unione, e altri vicini, si trovano a dover fronteggiare una situazione economica prossima al collasso, frutto proprio di scelte sbagliate ed ideologiche. Il tutto portato avanti senza un reale consenso, espresso democraticamente dai cittadini.
Basta ricordare i sondaggi sulla volontà degli italiani circa l’invio di armi in Ucraina e le ultime manifestazioni in Francia e Repubblica Ceca contro le decisioni in tema sanzioni alla Russia.
ZELENSKY E LA RIBALTA INTERNAZIONALE
Volodymyr Zelensky gode, sin dal riacutizzarsi delle tensioni con la Russia e ancor di più dopo il 24 febbraio, di un’attenzione eccezionale da parte di tutte le istituzioni occidentali. È ovunque.
Zelensky fa appelli e pretende di dare lezioni di politica sia che si trovi agli Oscar del cinema a Hollywood che al Forum Ambrosetti di Cernobbio.
Lo abbiamo ascoltato nei Parlamenti delle democrazie occidentali fino al festival musicale di Glastonbury.
ZELENSKY SAPEVA DELL’ATTACCO RUSSO MESI PRIMA
Zelensky ha inoltre ammesso che dall’autunno del 2021 era al corrente dei progetti russi di entrare in Ucraina dal Donbass. Invece di sollecitare un dialogo e rispettare gli accordi di Minsk reiterava in ogni occasione le sue richieste di entrare nella Nato e in Europa.
Adesso come allora non pretende una soluzione diplomatica o un tavolo di trattativa per far cessare il conflitto ma detta le regole per far supportare il peso delle proprie scelte ai cittadini europei.
CENTINAIA DI MILIARDI PER L’UCRAINA
Tralasciando l’invio di armamenti, all’Ucraina stanno arrivando decine di miliardi di aiuti economici, tra Banca Mondiale, Fondo Monetario Internazionale e contributi da singoli Paesi come l’Italia.
Ovviamente c’è poi tutto il tema della ricostruzione che Kiev ha già quantificato in 750 miliardi di dollari.
Parte di questa cifra dovrebbe arrivare, il condizionale è d’obbligo, dai beni confiscati alla Federazione russa e agli oligarchi russi.
BASTA VISTI AI CITTADINI RUSSI, MA NELLA VILLA IN VERSILIA GLI OSPITI PARLANO RUSSO
Adesso Zelensky pretende anche il divieto di visti ai cittadini russi, che gli Stati dell’Unione dovrebbero imporre.
Ci domandiamo a questo punto se questa mossa non sia un pochino sfavorevole anche al povero Zelensky visto che in questi giorni la sua villa milionaria a Forte dei Marmi, in Toscana, ospitava proprio cittadini russofoni.
Fonte – Davide G. Porro – 4 Settembre 2022